mercoledì 18 giugno 2008

da 'Il Corriere dell'Irpinia'

Mercoledì 18 Giugno 2008

Vi spiego io perché una megadiscarica ad
Andretta non è tecnicamente possibile

Le dichiarazioni del presidente Berlusconi
nella sua recente conferenza stampa a Napoli, cioe' che le discariche
previste nel decreto verranno aperte purche' "non comportino pericoli per i
territori circostanti e le falde acquifere", mi hanno indotto a riprendere l'argomento
della inidoneità del sito di Pero Spaccone.
Prima di entrare nel merito, ritengo utile
esporre brevemente le vicende di una discarica comunale situata alla
periferia est di Sassari (città nella quale vivo). E' noto che la Regione
Autonoma della Sardegna si è ben prestata ad accogliere rifiuti solidi
urbani provenienti dalla Campania. Pertanto, qualche competenza deve pure
averla in tema di discariche e rifiuti. La discarica comunale di Calancoi
(circa 10 ettari), è situata su di un ciglione di calcare miocenico (quota
379 mt), che presenta uno spessore variante da 50 a 100 metri. Non vi erano
quindi, al tempo della sua apertura, problematiche di falde acquifere per il
Comune di Sassari. La solerte Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato
della Difesa dell'Ambiente) aveva a suo tempo elaborato e pubblicato il
Piano di Tutela delle Acque (per inciso, un simile piano della Regione
Campania mi risulta, al dicembre 2006, ancora in discussione). La RAS aveva
inoltre identificato le cosiddette "zone vulnerabili" e stabilito tipologia
(corsi d'acqua, laghi ed invasi, ecc.) e relativo elenco delle acque
destinate al consumo umano. L' invaso di Bunnari Bassa, che figura in tale
elenco, è tuttavia situato a circa 2 km (in linea d'aria) ad est della
discarica di Calancoi, ad una quota di circa 280 mt. Per tale motivo
(discarica collocata a monte di invaso), l'assessore pro-tempore dispose,
nel 1999, la chiusura della discarica comunale di Calancoi. Morale della
favola: se Pero Spaccone fosse stato un sito sardo, di discarica non se ne
sarebbe nemmeno parlato.
Nell'incontro a Napoli tra i Presidenti delle
Province campane ed il presidente Berlusconi, questi comunicò che per l'immediato
futuro gli sforzi del governo, per risolvere l'emergenza rifiuti, si
sarebbero concentrati sull'apertura di 5 nuove discariche, tra le quali non
figurava Pero Spaccone. Per cui, si poté leggere su giornali e su siti web
titoli come questi: Rifiuti-Rinviata di un anno l'apertura della discarica
di Andretta.
Per il prossimo anno è così previsto l'arrivo
dell'Esercito, che dovrà presidiare Pero Spaccone in quanto zona di
importanza strategica nazionale. Speriamo che i soldati portino con sé le
accurate carte topografiche del loro Istituto Geografico Militare, in modo
da poter stabilire con precisione i confini della zona da presidiare e da
interdire a curiosi e malintenzionati. L'interdizione mi colpirà
direttamente, perché non mi sarà più possibile quella ricerca archeologica
di superficie, che tanti frutti ha dato in questi ultimi anni. Infatti, Pero
Spaccone è un importante sito del Paleolitico: a) Inferiore, in quanto circa
300.000-200.000 anni fa vi soggiornò Homo heidelbergensis, che produsse
bifacciali amigdaloidei con una facies propria, come stabilito dal prof.
Gambassini, archeologo dell'Università di Siena; b) Medio (100.000-50.000
anni fa), in quanto anche i Neandertal vi hanno lasciato i loro tipici
strumenti litici; c) Superiore (Homo sapiens). Pero Spaccone ha ospitato
anche insediamenti e necropoli tardo-romane. I reperti di tale epoca (pesi
di telaio, frammenti fittili e monete bizantine), insieme ai reperti
paleolitici, sono oggi esposti nella Sezione Archeologica del Museo della
Civiltà Contadina ed Artigiana di Andretta.
Dai miei ricordi scolastici, ormai
lontanissimi, emerge il carducciano fiume Clitumno: lì, "folti intorno all'emergente
nume", stavano, "giganti vigili, i cipressi"; qui, folti intorno all'emergente
discarica, staranno, giganti vigili, soldati, pale eoliche e tralicci dell'elettrodotto
AT. In effettii, dal 2004, anno dell'ordinanza dell'allora commissario
Catenacci, che imponeva una megadiscarica a Pero Spaccone, ad oggi, l'altopiano
del Formicoso ha subito profondi mutamenti: tra le bionde messi è sorto un
megaimpianto eolico. Il seguente è un popolare detto napoletano che
recita: "a Napule né case e né dottori, ma tutt'palazze e tutte prufessure".
Così anche al Formicolo tutto è "mega". Persino l'ormai ex commissario De
Gennaro (relata refero) farneticava di scavarvi un megabuco in grado di
inghiottire tutti i rifiuti solidi urbani ex extraurbani della regione,
oppure di allestire una "megapiattaforma polifunzionale" dove scaricare e
trattare due, tre milioni di tonnellate di "rifiuti speciali solidi,
liquidi, fangosi, pericolosi, non pericolosi". Utilizzando il ben noto (e
ormai molto comune) programma satellitare Google Earth, mi è stato facile
stabilire che, nel versante sud-est del Formicoso, tra la statale 303 (dei
Due Principati) e la statale 91 (della Valle del Sele), e che comprende la
Petrara, i Piani della Guiva e Pero Spaccone, il numero medio di generatori
eolici è di 3 per Kmq; tuttavia, tale media sale a 7 per Kmq per il solo
Pero Spaccone (tralasciando i tralicci dell'elettrodotto). Il satellite
"afferma" pertanto, in maniera incontrovertibile, che spazi per
megadiscariche non ve ne sono. Tuttavia, dobbiamo prepararci a fronteggiare
il peggio. E mi spiego. Sappiamo tutti che la produzione regionale di
rifiuti solidi di qualunque genere supera di gran lunga le possibilità di
smaltimento, in mancanza di inceneritori e di termovalorizzatori. Pertanto,
tutti i siti indicati nel decreto verranno prima o poi utilizzati. Orbene, a
Pero Spaccone, anche se volessero ostinarsi ad impiantare una discarica, gli
ettari di terreno disponibili tra l'una e l'altra serie di pale eoliche non
sarebbero più di 10-12. Non oso nemmeno pensare che possano arrivare alla
disattivazione di alcuni generatori per far posto ai rifiuti. Tuttavia,
anche tale evenienza è da prendere in considerazione. Infatti, come
corollario del noto decreto, è possibile considerare gli impianti eolici
come zone di "disinteresse" nazionale. Ad ogni modo, l'eventuale
minidiscarica si verrà a trovare sempre su di una displuviate a 900 metri di
quota (ad ovest il torrente Sarda, ad est il torrente Orata), su di un
bacino imbrifero, nonché in posizione dominante e ad una distanza virtuale
(per i motivi innanzi detti) da un minimo di 400 ad un massimo di 850 metri
lineari dall'Oasi WWF del Lago di Conza, poiché tale è la distanza di Pero
Spaccone dal torrente Sarda Ognuna di tali situazioni costituirebbe, per la
Regione Autonoma della Sardegna, una controindicazione assoluta. E per noi?
A noi non resta altro che prendere in parola il presidente Berlusconi,
quando afferma che apriranno le discariche previste nel decreto, purché "non
comportino pericoli per i territori circostanti e le falde acquifere".
Egidio Miele
professore ordinario di Farmacologia alla
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Sassari

6 commenti:

Anonimo ha detto...

NO ALLA DISCARICA AL FORMICOSO!!!

Anonimo ha detto...

mi piace come avete cambiato il blog!

Anonimo ha detto...

la mmunnezza di napoli se la smaltiscano a napoli!

Anonimo ha detto...

mi piaceva più prima il blog, i titoli non si leggono subito come invece accadeva con il rosso
vabbè che siete neri ma non esagerate

Anonimo ha detto...

qualcuno sa qualcosa circa la discarica al Formicoso?

Anonimo ha detto...

bravo il professore miele così si da una mano al proprio paese anche essendo in sardegna