domenica 14 settembre 2008

a cura di Roberto ROMANO


Tratto da:

SPIGOLATURE DESANCTISIANE

di

Giuseppe Chiusano

(Estratto dall’’annuario 1975 del liceo Ginnasio “F. De Sanctis” di S. Angelo dei Lombardi)

 Quell’appassionato dell’ Irpinia che fu il meridionalista Giustino Fortunato, in una sua visita che fece a S. Angelo, venendo da Caposele dopo un girovagare per i nostri monti Picentini, ammirato dallo stupendo panorama in un afoso pomeriggio estivo, così scrive:

“Pochi tratti dell’Appennino Meridionale sono orograficamente più importanti dell’alta valle Ofantina di S. Angelo dei Lombardi, sul cui limitare torreggia solitaria la vecchia Conza e nel cui mezzo giace abbandonata l’umile Lioni. Circoscritta a borea dalle Forche spaziose della Guardia, fa angolo a maestro col Serrone boschivo di Torella, e piegatasi ad occidente su le falde dell’Ogliano di Nusco, ristà a mezzogiorno e si attacca alla Boiara di Teora. E’ questo il fondo della maggiore insenatura appenninica, formata dai colli irpini di Lacedonia, a greco, e dai giochi lucani di Muro, a scirocco…

S. Angelo è una bella cittadina tutta nettezza e immensità di orizzonte, è la sentinella avanzata dal contrafforte campano, che quasi per intero, le si piega da mezzogiorno a maestro col Terminio dapprima, col Partenio, in un ultimo col Taburno. Chi si aggira per i dintorni, non dimentichi S. Angelo dei Lombardi. A ciel sereno, sul tramonto, è di lassù una vista da paradiso…

G. Fortunato- Su e giù per il Terminio- Torino, 1879

 Andretta la cavillosa, Ariano la colta, Bisaccia la gentile, Cairano avanguardia di Conza, Calitri la nebbiosa, Guardia il paese più alto, Conza la storica, Lacedonia l’arcipoetica, Morra “degli Irpini”,Rocchetta la poetica, S. Andrea – Teora dalle facce espansive e sincere, S.Angelo dei Lombardi “la mia città”

 “Attraversai la città.. Le strade lastricate e pulite mi fecero buona impressione… Era gente fitta e stivata a perdita d’occhio, illuminata disugualmente da torce agitate dalle braccia e dal vento… Stupii che tanta gente fosse in Sant’Angiolo… Porsi la mano al Sottoprefetto e m’inchinai a Monsignore…

Sant’Angelo prospererà, e darà un degno esempio a tutta la provincia.. Voi non concepite cosa è Sant’Angiolo per me. L’uomo che vi parla è nato a quattro miglia di qua, e se Morra è il mio paese, Sant’Angiolo è la mia città. Voi vi legate con le più care memorie della mia prima età. Voi eravate la mia Napoli, la mia Parigi, il più vasto, il più lontano orizzonte della mia fanciullezza. Io mi sento uno con voi, io mi sento non solo il vostro comprovinciale, ma qualche cosa di più, il nato in mezzo a voi. Ciò che vuole Sant’Angiolo voglio anch’io… Da Rocchetta a Sant’Angiolo lascio una parte della mia vita intimamente legata alla vostra… Rocchetta e Sant’Angiolo, questi due nomi sono principio e fine di una storia commovente, in cui vive una gran parte di noi, non degna di morire…

“Mandai un bacio a Sant’Angiolo, la mia città”

F. De Sanctis “Viaggio elettorale”

 


1 commento:

Anonimo ha detto...

quel De Sanctis, non discutendone le capacità e la fama letteraria, ma come politico era un "gran paraculo"!!! Il suo viaggio e i suoi racconti in merito erano, non altro, che una trovata elettorale come il definire Sant'Angelo la Sua città...
...slogans di successo, e poi parlano del Cav!!!
Comunque non va bene "trovare conforto e consolazione" in questo divagare nel passato per sfuggire dal presente. L'oblio può risultare un'arma molto pericolosa...
...ci vuole consapevolezza per creare autodeterminazione.
Ciao da Luigi.