sabato 20 settembre 2008

Psicologia santangiolese.

Chi potrebbe abbozzare un profilo psicologico - comportamentale di una popolazione se non chi ne fa parte di essa? Non occorrono perizie psichiatriche alla “malattia” di una piccola comunità montana. Ma, ahimè, la consulenza di un medico è necessariamente indicata, oltre modo dopo il disastroso trentennio postumo al sisma, senza dubbio capro espiatorio di tutte le colpe e “virus” depressivo che ha infuso una sorta di intolleranza alla dedizione, alla sensibilità civile, e al quale “stregoni” dalle bocche larghe e dalle mille perfidie, dall’alto della loro posizione e approfittando dell’ignoranza contadina, hanno trovato rimedio con pozioni , letali per gli interessi comuni ma proficue per i propri. E’ innato il desiderio di distruzione, innata l’asperità verso ogni forma di congregazione, evento o manifestazione per la semplice ed inevitabile invidia di coloro che, a braccia conserte, aspettano la mano di qualche spregiudicato messia, venuto in loro soccorso a guarire ogni piaga, o, ancor peggio, sperano, come i più scettici, in una rivoluzione, convogliata da insurrezioni civili e catastrofi ambientali. La legge della ciclicità, intesa come ripetitività noiosa e rassegnata, dominatrice dei meccanismi della natura e dell’uomo, ha abrogato la novità di pensiero ed ha progressivamente annebbiato anche le menti ai nostri giovani, ancora puri di smania adolescenziale. La sottomissione all’immobilità, l’accettazione delle proprie condizioni, l’incapacità di reagire e la rigidità comunicativa costituiscono i punti saldi del nostro pensiero corrente, che dimora in un cimitero mentale, dove il ricordo placa la disperazione. Questi sintomatici segni acutizzano l’evasione dalla realtà vissuta e una rinascita della vita sociale; in alcuni casi, però, si afferma, sulla base di esperienze acquisite, la consapevolezza che tutto ciò che avviene sia un insuccesso, a partire già dal suo principio, e per questo in ogni persona fermenta un’inerzia sempre più “viva”, una stasi di preconcetti difficili da eliminare. Auto analizzarsi per espiare le proprie imprudenze, fuggire da commenti distruttivi, comunicare e confrontarsi in maniera sana, mobilitarsi per nuove riuscite, ma soprattutto sapersi adeguare o quantomeno non pregiudicare e apprezzare il lavoro altrui, creare iniziative nella fiducia dei giovani: è questo il giusto manuale da seguire. Una politica d’intesa, insieme ad un equilibrio delle parti sociali rilancerebbe gli entusiasmi individuali, così come una presenza sentita in piazza, o in qualsiasi ritrovo occasionale, delle forze politiche, in carica e non, per bilanci e piani di progettazione, allontanerebbe la deprimente e più convinta sfiducia nella politica, quella dei falsi ideali, dell’inettitudine e della “spintarella”, delle querele e delle sporche manovre tangenziali; indispensabili requisiti, la professionalità e la competenza specifica. Come il figlio, adulto, celibe, disoccupato, con una madre ormai anziana e in gravi condizioni, aspetta ancora il piatto servito, il letto rifatto e il bucato stirato, così ogni cittadino del paese, in crisi esistenziale, attende un “Rinascimento”, in cui il proprio contributo non ha alcun valore. “Servito” e “riverito”? No! “Impegnato” e “fiducioso”.
Roberto ROMANO

6 commenti:

Anonimo ha detto...

comprati un diario li potrai divagare in pace con te stesso.

a.imbriano ha detto...

Roberto, se ti va, raccogli l'invito del gentile anonimo (a meno che tu non abbia già un tuo diario); però. ti prego, continua a scrivere anche su questo blog! Poi chi vuole legge, chi non vuole non legge! Magari qualcuno preferisce esprimere un giudizio a priori', vale a dire ancor prima di aver letto! Così va nel mondo ma, soprattutto, così va ancora, per certi soggetti (credo in via d'estinzione), a Sant'Angelo!

Anonimo ha detto...

a prescindere da cosa scrive e cosa pensa, caro blogger, roberto è un giovane e lei fa bene a stimolarlo, perchè qui in ALTA TERRONIA, chi osa pensare con la propria testa è messo al bando.
è un problema atavico, un cordone ombellicale mai spezzato con il vecchio sistema feudale con i suoi vassalli valvassori e valvassini.
non oso pensare se un giovane come roberto abbia intenzione di candidarsi: il padre dovrebbe chiuder bottega!!!
ecco che, a Lei caro blogger, faccio un invito a continuare a combattere per la causa dell'AUTONOMIA, perchè essa diventi l'UTOPIA di chi vuol cambiare, veramente, lo "status de quo"!!!
continui a "rompere i coglioni" alla gente che non li ha mai usati e, forse, che non ha anche mai capito di averli.
le faccio questo invito perchè, essendo giovani, noi siamo le prime vittimedi questo "enclave", visto che abbiamo bisogno di futuro ovvero di lavoro o meglio di opportunità e che queste sono scandite dal potere dei signorotti politici. anche evadere e fuggire via è diventato difficile, visto che al Nord si sono anche ristrette le occasioni ed il costo della vita difficilmente ti permette, almeno per i primi anni, di sopravvivere. se non hai una famiglia che può concretamente sostenerti cosa si può fare?
facile: piegarti e sperare che questi qua possano, un giorno quando arrivi il tuo turno, farti un piacere (un posto) che il più delle volte si chiama FABBRICA (che oggi non chiude, ma domani chissà). così vanno le cose, ma qualcosa può cambiare...
certo, io, non mi piegherò!!!
un amico di roberto.

Anonimo ha detto...

Partecipa al Forum sulla Nuova Irpinia. Lascia proposte ed idee sulla Piazza Democratica. Grazie. Pasquale Gallicchio

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

bè.......che dire....belle,stupende,straordinarie parole!roberto questo tuo intervento mi è piaciuto tantissmo;hai esposto bei concetti e dato molti consigli.se posso vorrei anche io darne uno a te,adesso basta fare pubblicità inizia a pensare cn la tua testa e passa alla fase pratica,concreta.