mercoledì 8 ottobre 2008

Ottimista critico ha detto...

Caro Pipino,e meno male che ti dichiari amico del Sindaco, “mi dispiace dell’amico Michele”, che tuttavia ha l’attenuante di non essere “supportato da una buona squadra di amministratori (inesperienza sia politica che partitica)”, diversamente avremmo letto nel tuo post che “il paese non è amministrato perché Sindaco e Assessori sono incapaci e sono eterodiretti come marionette da Rosanna Repole, che tira le fila da dietro le quinte.Che il Sindaco e gli assessori non abbiano esperienza amministrativa è un dato di fatto oggettivo; ed è la ragione principale del loro successo alle ultime elezioni, perché il paese ha dimostrato di non poterne più dei politici di professione.Che non siano all’altezza del compito perché difettano di esperienza “sia politica che partitica”, dimostra solo che il tuo modo di pensare è legato ad una concezione feudale della politica, quella secondo la quale in mancanza di “padrino” politico “ e al di fuori dello schema politico locale e regionale e nazionale” non si può governare una piccola Comunità.Quello che sfugge alla tua analisi è che, in primo luogo Sant’Angelo, ma più in generale la Campania non ha una classe politica autorevole e/o presentabile.Per troppi anni le decisioni che riguardavano la Campania sono state prese dal Notabile di Nusco, che decideva chi doveva fare il Sindaco, chi il Presidente della Comunità Montana o della Provincia.Il piatto conformismo, il sistema clientelare di gestione della cosa pubblica (e non solo, basti pensare alle assunzioni nelle fabbriche come sono state ripartite) e la mancanza di ricambio della classe politica, ha portato un’intera regione alla deriva: di questa deriva l’emergenza rifiuti (parola mai usata tanto a sproposito, visto che è un problema che si trascina da oltre 15 anni) rappresenta solo la manifestazione più evidente, tralasciando ogni considerazione sul controllo del territorio in mano alla criminalità organizzata.Di fronte a tale situazione, pensare di risolvere i problemi di Sant’Angelo con un ritorno alle urne rappresenta solo, nella più benevola delle ipotesi, una fuga dalla realtà. Occorre, invece, che ognuno di noi faccia qualcosa per il proprio paese: gli eletti (di maggioranza e di opposizione), impegnandosi insieme per il consolidamento delle istituzioni (ospedale, scuole, tribunale); i cittadini dimostrando senso civico e rispetto della cosa pubblica (raccolta differenziata; cura delle strutture di pubblica utilità; osservanza delle ordinanze sui parcheggi e sull’utilizzo delle aree pubbliche attrezzate); dialogo costruttivo con gli amministratori senza barricate e divisioni preconcette.Non è facile, ma ci possiamo provate.Torna sempre d’attualità la risposta data da J.F. Kennedy a un cittadino che gli chiedeva: “Cosa fa il governo per noi cittadini?”; la risposta fu: “Prima di chiedere cosa il governo per te, chiediti cosa fai tu per il governo”.Chiediamoci cosa facciamo noi per il nostro paese, prima di sparare sugli amministratori!
Ottimismo critico

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sostengo alacremente l'opinione di chi ha qui indicato, come metro per valutare la credibilità dell'attuale quadro politico, il criterio del "dove ero io" "cosa ho fatto io"; la risposta, per alcuni noti personaggi, è insita nella drammatica realtà in cui versa il paese ed appare in tutta la sua preoccupante evidenza se si confrontano i risultati della gestione post-sisma, con quanto è stato fatto in paesi vicini, che apparivano più svataggiati in partenza.

Non si tratta di disfattismo ma di amara verità. Delle clientele, ad esempio, si parla oggi come se fossero una piaga da imputarsi ad un sol uomo, come se i politici locali ed i loro scagnozzi senza denti, fossero stati semplice strumento obbligato di tale stato di cose.

Oggi tutti vogliono apparire sotto una nuova veste candida ma si tratta per lo più di anime sporche ed incapaci che cercano disperatamente di sedersi sul carro di un troppo ingenuo vincitore.

Certo non si capisce, a parte la buona fede e l'inesperienza, quale sia l'interesse del vincitore a questa estrema e pericolosa tolleranza: passino certe inopportune alleanze, utili a fini elettorali, ma davvero sperare di amministrare bene insieme a chi tanto male ha già fatto, mi pare proditorio oltre che assurdo, spero che non sia davvero così.

Sono comunque finiti i tempi delle vacche grasse quando l'impunità si ricollegava all'enormità degli interessi in gioco: oggi non vi è nessuno, fosse anche il giudice di pace del più piccolo paese, disposto a pregiudicare la propria onestà ed il proprio senso dell'onore per difendere gli scempi che taluno volesse ancora porre in essere ai danni di questa comunità, tanto più se trattasi di figure di secondo piano, appartenenti alla preistoria della politica ed invecchiati con essa.

La legalità venga prima di tutto, non solo come vuoto proclama, ma come effettivo punto di riferimento dell'azione amministrativa, politica e civica di tutti i membri di questa comunità. Stiamo già osservando con molta perplessità gli eventi e presto potrebbero esserci per tutti sorprese amare.

Dr. Imbriano, per l'ultima volta si svegli, perchè la restaurazione da lei tanto temuta e da me a suo dire rappresentata, l'hanno già compiuta sotto il suo naso, forse anche alcuni di quelli che lei chiama amici. Io non le scriverò, lei se vuole può farlo, finchè siamo in tempo ancora.

Con sommo rammarico .... Minima Moralia :-)

Anonimo ha detto...

Caro ottimista critico vorrei aggiungere che sono molto in linea con quanto sostieni e che, lasciamelo passare, le preoccupazioni esternate possano solo far bene, chiaramente, se condivise in maniera costruttiva, ed è questo il mio vero scopo dapprincipio.

Non si vuole, infatti, screditare nessuno, anzi indicare e collaborare ad un percorso che non dia troppo spazio a chi, in passato, ha nuociuto al paese e alla sua libertà politica come tu stesso ben dici.

Io confido in questa strada e darò, come ogni cittadino avveduto ed attaccato al bene del paese, una mano concreta ed impegnata a tal fine (lo ho già fatto ad aprile votando); ma sono pure convinto dell'utilità ed importanza di avere voce anche nelle alte sfere politiche, non come sottomissione a "padrini di sorta", ma corrispondente a pratiche e sostenbili istanze che dal basso possano giungere con facilità alle stanze che contano e dove si decide senza, appunto come in passato, avere troppi intermediari che speculano su questo.

Va ribadito, quindi al contrario di quanto sostieni, che questo non è un vecchio sistema, ma è ancora quello di cui si adopera oggi la politica e, dunque, noi non possiamo esimerci o tagliarci fuori (anche se è condivisibile ed utopico il contrario: AUTOSUFFICIENZA), ma semmai contribuire a migliorarlo.

Dunque nulla contro e tutto a favore di Sant'Angelo e del Suo e NOSTRO (di tutti) FUTURO.

P.S. Il Sindaco è davvero un amico a cui voglio, a prescindere da quanto oggi rappresenta, un gran bene, con grande stima.

Pipino il Breve.

8/10/08 15:18