domenica 11 gennaio 2009

Evviva la discussione e il confronto

dal 'Corriere dell'Irpinia'
In questi tempi, in cui domina la concezione proprietaria delle istituzioni, non è facile discutere e confrontarsi. Soprattutto non è facile discutere di temi non direttamente connessi alla gestione del potere .Eppure non mancano, qui e là, sui giornali e sulle riviste, in incontri pubblici ed in colloqui ristretti, voci e riflessioni interessanti, avulse dalla stretta pratica gestionistica.Si tratta solo di sfoghi di liberi pensatori ?Non credo : esistono ancora, in Italia ed anche nel martoriato e mortificato Mezzogiorno, tante intelligenze ed energie, capaci di dire la propria, senza farsi condizionare dal sistema di potere e dall’andazzo corrente. Ciò che risulta deficitario o manca del tutto è il principio coagulante delle riflessioni, il motore propulsivo dei pensieri.E questa deficienza la si trova, purtroppo, più nello schieramento di Sinistra che di Destra, perché, per dirla con Marc Lazar, “la cultura di destra è ideologia e la sinistra l’ha cancellata, cancellando i propri valori”.Dalla coscienza di questo dato, allora, bisogna partire per dare ossigeno ai pensieri e alle riflessioni, uscire dall’impotenza e sconfiggere lo spirito rinunciatario.Che importa se il confronto, a volte, finisce per evidenziare differenze o addirittura generare polemiche ?Importante è lo spirito di ricerca, il rispetto umano per chi la pensa diversamente, la voglia di dare il proprio contributo alla individuazione di un nuovo o rinnovato orizzonte identitario .Senza questo spirito, i cultori del pensiero sarebbero condannati ad operare ancora a lungo come il cane che si morde la coda, con le istituzioni in balia dei notabili, dei cacicchi, dei burocrati e la società dominata dalle lobby, dai qualunquisti , dai populisti e dai clan malavitosi.Lo so di incorrere, ancora una volta, nel pericolo di passare per nostalgico o anacronistico, ma la cosa non mi preoccupa, perché considero la discussione ed il confronto assolutamente indispensabili al vivere civile e alla crescita generale.Dico questo anche sulla base del dibattito che si è sviluppato sul Corriere, a seguito di un mio articolo sulla “bancarotta culturale” .Potrei rispondere a tante osservazioni che mi sono state fatte pubblicamente ed in privato, ma con grande franchezza, tengo a ribadire la mia grande soddisfazione per lo stimolo che, occasionalmente, ho dato alla discussione sul tema della situazione culturale del nostro Paese, piuttosto che a fare puntualizzazioni e precisazioni.Mi permetto solo di invitare tutti i “liberi pensatori” ad intensificare il proprio impegno sui temi più svariati, con l’obiettivo di rianimare la discussione, il senso civico ed etico della collettività, il rispetto della nostra identità culturale e storica.Operando in questa direzione riscopriremo, forse, una luce all’orizzonte ed anche la voglia di sperare e sognare. Altro che poltrone negli enti! Altro che faide e sgomitate per l’accaparramento di posti! Ha ragione Carla Perugini quando dice che “ l’immaginazione può ancora cambiare la realtà”.Chi conosce un po’ di storia sa che non si tratta di una affermazione estemporanea di un sognatore o di una sognatrice, ma di una realtà inconfutabile. Vogliamo continuare a non riflettere seriamente sulla nostra sconfitta, in Italia, e sulla vittoria di Zapatero, in Spagna, e di Obama, negli USA?
Angelo Flammia

Nessun commento: