giovedì 12 febbraio 2009

Battisti in Italia e in galera

da 'Il Tempo'
Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria; Lino Sabbadin, macellaio; Pierluigi Torregiani, gioielliere; Andrea Campagna, agente della Polizia di Stato. Questi sono i nomi di quattro cittadini che, insieme a molti altri, hanno perso la vita tra il 6 giugno 1978 ed il 19 aprile 1979, uccisi dalla follia omicida di organizzazioni terroristiche che hanno tentato di sovvertire l'ordine democratico in Italia.
Per questi quattro omicidi è stato condannato in forma definitiva Cesare Battisti, che da oltre 25 anni si rifugia all'estero sottraendosi vergognosamente alle responsabilità cui deve essere chiamato. Per molti anni la Francia ha ospitato e protetto questo personaggio, coprendo con discutibili argomentazioni giuridiche e politiche le colpe innegabili di un assassino.
Oggi la stessa storia si ripete grazie al Brasile, il paese in cui Battisti è fuggito non appena compreso il possibile cambiamento di atteggiamento delle autorità francesi. Per quanto sappiamo, il ministero competente brasiliano si oppone alla giusta estradizione che l'Italia ha chiesto, salvando così un criminale dall'espiazione, pur tardiva, della pena a lui assegnata.
Rivolgiamo questo appello:
al governo brasiliano, che in nessun modo deve rendersi responsabile di aiutare Battisti. In questo senso ha pronunciato parole giuste e rigorose il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano; al governo italiano, che deve dimostrarsi capace di ogni forma di pressione politica e diplomatica affinché si faccia giustizia.
Nessun motivo abbiamo di rivolgerci a Cesare Battisti, il cui comportamento dal 1978 a oggi parla da solo.
http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/01/21/979302-battisti_italia_galera.shtml

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando mancano le idee si fa ricorso di nuovo alle foto nostalgiche e alle processioni, secondo un metodo impietosamente abusato negli ultmi decenni.
In realtà quello che è accaduto sembra anche a me di inaudita gravità ed emblematicità.
La storia si ripete ma l'esperienza e gli errori di ieri non le hanno insegnato niente caro Imbriano.
Ha un avvenire come fotografo mi creda, come opinionista e come politico un pò meno.
Comunque saluti a lei e a S.Angelo, anche se con un pò di delusione e di rammarico.

Anonimo ha detto...

E' inutile non censurare,ora sei rimasto solo!