martedì 3 febbraio 2009

La discarica al Formicoso non si fara'!!!

“Siano tranquilli i sindaci dell’Alta Irpinia. Con la prossima apertura dei termovalorizzatori l’emergenza sarà definitivamente chiusa”.
Questo ha affermato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ieri, partecipando telefonicamente a 'Governincontra' ad Avellino!
La discarica al Formicoso non si farà, alla faccia di tutti quei politicanti che hanno avuto ed hanno ancora interesse ad utilizzare quella battaglia a soli fini demagogici!!!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

POVERO PD IN CAMPANIA SI ANNUNCIANO DELLE SCOPPOLE DA STORIA DELLA POLITICA. SARA' ANCHE BELLO ASSISTERE ALLA FINE CHE IL VECCHIO LEONE DI NUSCO FARA' FARE A CERTI FURBETTI DEL QUARTERINO CHE QUANDO CREDEVANO CHE LA BARCA STESSE AFFONDANDO SI SONO AFFRETTATI A DARSELA A GAMBE.
MOLTO MOLTO MA MOLTO MEGLIO DEL CINEMA!

Anonimo ha detto...

Magare affondasse anche lui subito dopo i suoi scagnozzi.

Anonimo ha detto...

Dal "Corriere dell'Irpinia" del 04/02/2009.

L’Irpinia e l’antico Sannio

A tanti è apparsa un’autentica novità parlare di Irpinia nel Sannio, quando abbiamo iniziato a farlo, ancora oggi è questa la reazione di tanti, quando invece gli studiosi dell’800 conoscevano benissimo le vicende del Sannio, di conseguenza quelle irpine, le discussioni che ne seguirono, i testi, anche se pochi, l’invito alle autorità del tempo di prendere in esame la storia sul Sannio, così come era stata riportata, e gli errori che presentava, per avere soprattutto duplicato le località irpine, trasportandole in Molise, di conseguenza l’avere estromesso l’attuale Irpinia dalla storia.
Tra gli autori dell’800, anche se pochi a dire il vero, Nunzio Maria Della Vecchia di Nusco, che indicò in maniera unica, anche per i nostri giorni, la “vera” posizione dei “Campi Taurasini”, vale a dire dove furono trasferiti i 40.000 liguri provenienti dal territorio del fiume Magra in Liguria, dopo che il popolo degli hirpini si alleò ad Annibale (216 a.C.), e fu sconfitto, nonché ad ammonire le autorità locali nel dire: “Badate bene che la III guerra sannitica si combatté tutta in Irpinia, sull’Ofanto e sul Calaggio, non altrove, mentre la Bovianum del terzo conflitto che tutto il mondo cerca, si trova nell’alta valle del Calore, non altrove”. Niente, nessuno lo ascoltò, troppo lontana l’Irpinia e la ricerca in Italia in quel tempo, come ora, per dare ascolto all’illustre prelato nuscano. Come lanciò il suo grido di allarme l’altro prelato, questa volta di Montella, Domenico Ciociola. E che dire dell’altro prelato di Rocca S.Felice, Vincenzo Maria Santoli, quando al termine di minuziosi studi rintracciò nientemeno nella Valle d’Ansanto il maggiore tempio di tutto il Sannio, quello dedicato alla dea Mefite. Si pensò in quel momento di avere finalmente risvegliato le coscienze irpine. Macché! Ci furono gli scavi, i reperti vennero fuori copiosi, tanti furono acquisiti dalle autorità del tempo, oggi esposte nella “Sala Santoli” del Museo provinciale di Avellino, tanti finirono nelle mani di privati cittadini di Rocca S.F., di Torella dei L. e di Guardia, tanti ancora li trattene la famiglia Santoli, alcuni, tra questi la famosa Xanon lignea, finì nel British Museum di Londra. E noi? Macché! Parole al vento. Abbiamo citati alcuni prelati. Passiamo ora ad illustri professionisti nel settore, tra questi il prof. Palmese di Lacedonia, docente in Geografia e Topografia presso l’Università di Messina alla fine dell’800, il quale, leggendo Silio Italico, e conoscendo la storia del Sannio in quanto Irpino, attribuì Nucras a Nusco (non a Nocera) e Batulum a Bagnoli I. (non a Bagnoli di Napoli), al centro di queste due roccaforti la Bovianum trattata dal terzo conflitto, la città sannita che ripeteva il nome della capitale molisana quando i sanniti giunsero sul nostro territorio, presso le sorgenti del Calore, e vollero chiamare la città che essi costruirono o che conquistarono dagli Osci-Pelasgi, con il nome della loro capitale Pentra.
Evidentemente suo assistente, gli studi furono ripresi dal prof. Gabriele Grasso di Ariano, deceduto purtroppo durante il terremoto del 1903 il quale, in alcuni suoi scritti (Studi di Storia Antica e di Geografia Classica) non solo ritorna sul problema Sannio e delle due Aquilonie, fonte di tanti equivoci, ma tenta con tutta la sua professionalità di geografo e di storico, di riottenere la regione Sannio. Il prof. Grasso, dapprima mette assieme i territori una volta appartenuti al Sannio, vale a dire l’attuale Molise e le province di Benevento ed Avellino, poi passa agli usi ed ai costumi di questi territori, poi, senza mezzi termini, afferma chiaramente come il Molise non possa fare parte degli Abruzzi, di conseguenza Benevento ed Avellino della Regione Campania! Ma la questione è ancora più antica, se si considera che la questione fu affrontata già all’indomani dell’Unità d’Italia. Nel 1799 la “Repubblica Partenopea” istituì la Legione Sannita. Nel 1860 da Pasquale Campilongo (BN 1836-1923), facente parte del Comitato di Liberazione di Benevento, successivamente Maggiore della Guardia Nazionale, consigliere comunale, nonché deputato di sinistra alla Costituente. Il Campilongo e tanti patrioti, in una lettera inviata a Vittorio E. II,... “sognavano” di potere ricostruire, nel Nuovo Regno d’Italia, l’antico Sannio. Ma l’invito non venne mai accolto. Paura dei piemontesi, come dei romani, di ricostituire l’antico Sannio? Chissà!
Purtroppo, nel 1971 si riconobbe la Regione Molise, senza tenere conto tutte le considerazioni di carattere storico e geografico fino ad allora fatte, che univano il Molise alle province di Benevento e di Avellino. Una scelta, questa, prettamente politica, in quanto poté sembrare assurdo staccare queste ultime due dalla Regione Campania.
La questione, oggi come ieri, è quanto mai attuale, e si potrebbe riaffrontare, se i nostri politici non fossero interessati esclusivamente al mantenimento delle loro poltrone ed a litigare per queste.
Il prof. Grasso, sempre verso la fine dell’800, tentò in tutte le maniere di mettere in evidenza le vicende storiche sannitiche, richiamando alla mente i Liguri, Pirro, Annibale e Silla, sino ad identificare in Benevento la futura capitale; ma, purtroppo, non ci riuscì, tanta la insensibilità della autorità. Oppure impegnati in altro, all’indomani della prima e della seconda guerra mondiale. Certo, per questo. Al termine di queste due catastrofi, le generazioni che seguirono dimenticarono tutta la questione Sannio, addirittura che l’Irpinia fosse mai stata sannita, l’intera questione. Che oggi si ripresenta puntuale all’appuntamento con la storia, sperando in soluzioni migliori, visto che oramai tutti hanno espresso il desiderio, e la necessità, di staccare le province di Benevento e di Avellino da Napoli


Redazione Cultura

P.S. Viva il Mispa!

Anonimo ha detto...

Ancora la pioggia...
sì i "fondi a pioggia" e senza ombrello!

Finirà di piovere?!?

Intanto godetevi l'articolo come apparso su "irpinianews.it" proprio stamattina:

Sisma 1980: ecco la ripartizione degli 80 milioni di euro in arrivo

In arrivo i nuovi fondi per il terremoto del 1980. A dare via libera al maxi finanziamento, il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Mario Mantovani. Lo stanziamento, previsto nella Finanziaria 2007, sarà distribuito in 73 Comuni della provincia a seconda dello stato di ricostruzione. La fetta maggiore spetta alla città di Avellino che riceverà 2 milioni di euro. Seguono Lioni, Andretta, Ariano Irpino, Avella, Frigento, Guardia Lombardi, Montemarano, Montoro Superiore, Montella, Nusco e Serino con un milione di euro ciascuno. 800mila euro andranno nelle casse di Calitri, Sant’Angelo dei Lombardi, Castelvetere sul Calore, Montemiletto. Beneficeranno di 700mila euro Monteforte, Prata e Vallata, mentre 600mila euro andranno a Baiano, Flumeri, Forino, Gesualdo, Melito, Montaguto. Mezzo milione di euro a Caposele, Aquilonia, Carife, Paternopoli, Pratola Serra. Ai Comuni di Bagnoli, Cairano, Montefalcione, Santa Paolina e Summonte saranno concessi 400mila euro; 300mila euro a Bisaccia, Cassano, Chiusano, Lauro, Marzano di Nola, Mirabella Eclano, Mugnano del Cardinale, Pietradefusi, Roccabascerana, Santo Stefano del Sole, Sturno, Solofra e Teora. Per il completamento dei lavori a San Michele di Serino, Atripalda, Capriglia, Lapio, Montecalvo, Ospedaletto, San Sossio Baronia e Taurano andranno 200mila euro. ‘Solo’ 100mila euro a Torella dei Lombardi, Aiello del Sabato, Candida, Casalbore, Fontanarosa, Manocalzati, Montefusco, Montoro Inferiore, Parolise, Pietrastornina, Rocca San Felice, San Potito, Sant’Angelo all’Esca, Taurasi, Torrioni, Tufo e Villamaina.

(mercoledì 4 febbraio 2009 alle 10.22)

P.S. E adesso si completeranno lavori come il "nuovo" campo (di patate) sportivo? E tante altre opere incomplete e/o fatiscienti?

Buon 800.000 euro a tutti!!!

Ironics.