mercoledì 20 maggio 2009

mercoledì 20 maggio 2009

Approfitto di questo spazio di comunicazione virtuale per raccontare oggi a tutti voi, Gente di Sant’Angelo dei Lombardi e dell’intera Irpinia, come sono arrivata alla vostra Terra o meglio come la vostra Terra è arrivata a me e perché io voterò Antonio Imbriano.Vi ho trovati lo scorso anno in internet, navigando proprio in cerca di lui. Rincorrevo Imbriano e sono approdata al blog dove ho letto voi e di voi ed ho così iniziato a farvi visita quasi quotidianamente, trovandomi poi coinvolta emotivamente in alcuni vostri scontri/incontri e passaggi che mi hanno portata con piacere anche ad esprimere qualche commento. Ricordo ad esempio il mio tifo per “un amico di Roberto”, che con il suo vero e sentito “io non mi piegherò” mi ha trasmesso una carica davvero intesa, tanto da trascinarmi come un fiume in piena a manifestare tutta la mia solidarietà a lui e a “tutti i giovani che ci credono”. Un tifo ed una solidarietà che sento in me sempre vive, ora come allora, e colgo l’occasione di questo scritto per confermarle di nuovo entrambe. E a tutti, a me compresa, dico quindi ed ancora AVANTI, non pieghiamoci sotto chi va dicendo senza neppure crederci che vuole il nostro bene, che penserà a noi, ci vuole aiutare, sta dalla nostra parte e quant’altro di simile. Io sono convinta del fatto che ciascuno di noi sia in grado di ragionare con la propria testa, anzi siamo tutti tenuti a farlo, lo dobbiamo fare! Per arrivare a dire, quantomeno a noi stessi, cosa pensiamo davvero. La verità. E credo che una riflessione silenziosa, onesta e personale, fatta guardando il cielo o lavando i piatti o tagliando l’erba o fumando una sigaretta … possa davvero portare a percepire e distinguere (più con il cuore che con la mente e meglio così) chi fa davvero il tifo per noi, e cioè i veri sostenitori degli interessi sociali, da chi invece finge di volere rappresentare il popolo mentre in realtà non vuole altro che emarginarlo e metterlo a tacere, e cioè quelli che io chiamo despoti vestiti da intellettuali benpensanti. “Date il potere a noi, vi rappresentiamo noi!”, dicono questi signori, e poi, una volta al potere … “adesso state lì buoni, non pensate (ragionare non è roba per voi, pensiamo noi ai vostri bisogni) … e non dimenticate di rimanete nell’ignoranza … così vi manipoliamo meglio. E guai a chi parla! Parliamo noi per voi”. E no, cari padroni, cosi non va! Vi ho quindi conosciuti perché inseguivo Antonio Imbriano. Ma non la sua persona fisica, no, non cercavo lui in sé ma le sue idee, le sue concezioni ed utopie, il suo andare contro corrente ribaltando tutto e tutti per stimolare una lettura critica di persone e pensieri che porta oltre le apparenze, mandando completamente in tilt schemi e costruzioni mentali di ogni tipo.Ho incontrato per la prima volta Imbriano poco più di nove anni fa. Era il 7 febbraio 2000. Da quel giorno ho iniziato un percorso tutto in salita, fatto di terremoti, pause, riprese, di nuovo sismi e bastonate e poi ancora soste, ripartenze … In questo mio procedere ho più volte odiato Imbriano. L’ho odiato con tutta l’anima, nel senso più autentico del termine, tanto da volerlo addirittura ammazzare con le mie stesse mani! E lo detestavo ogniqualvolta mi metteva di fronte alle mie verità: lui mi faceva da specchio e guardando lui vedevo me, senza maschere e nella mia nuda realtà. E’ proprio vero che la verità fa male. Si fatica a guardarla in faccia. La verità è scomoda.E’ per questo che non mi sorprende il fatto che Imbriano possa essere odiato da tanti, anche lì da voi. Sul blog ho letto commenti e messaggi istantanei nei suoi riguardi particolarmente carichi di rabbia: essendo questo il sentimento più forte che pure io ho provato nei suoi confronti, non mi è stato e non mi è difficile sentirlo ed individuarlo laddove c’è davvero. Ma se è così tanto odiato, come credo che sia, è perché in fondo dice qualcosa di vero, tanto da dare fastidio. E la voglia di farlo fuori cresce ancora di più (e qui mi permetto di interpretare il pensiero dei suoi nemici) soprattutto perché Imbriano non è persona da compromessi, da giochini mentali subdoli, non appartiene certo alla categoria di tanti soggetti ipocriti e codardi che vivono in una continua e perenne incoerenza, che neppure hanno il coraggio di guardare in faccia la propria verità ed anzi preferiscono giudicare quella degli altri senza conoscerla neppure lontanamente e così diffondendo peraltro false informazioni ed alimentando sterili pregiudizi.Personalmente, quando ho visto la mia verità ho provato a negarla, a scappare lontano, a scacciarla. Ma poi, sia pure in mezzo a tanta immensa confusione, sono sempre tornata da lei, perché in fondo volevo osservarla più da vicino. Sono sempre tornata da Imbriano. Poteva anche non essere bella, la mia verità, ma comunque era pur sempre mia e dopo averla intuita, sia pure inizialmente solo vagamente, sono stata per anni ed anni a prendere coscienza di lei ed insieme più consapevolezza di me. Dei miei limiti ma anche delle mie potenzialità! Anche delle mie potenzialità! Imbriano non propone certo una discesa. Tutt’altro! Con lui c’è da aspettarsi solo terremoti e percorsi in salita. Questo lo avevo intuito sin dal 7 febbraio 2000. Ma è anche vero che Imbriano porta in alto ed in alto, in cima ad una montagna, certo non ci si può arrivare senza una buona dose di umiltà, coraggio e fiducia. Antonio Imbriano non dice “state lì, penso io a voi, date a me, gestisco io … vado io per voi poi torno e vi racconto …”. No, lui propone esattamente il contrario! “Muovetevi da lì, pensate con me, datemi una mano che il lavoro è tanto, collaborate, partiamo insieme e se volete potete pure tornare e raccontare male di me”. E tutto ciò lo dico e lo posso dire perché l’ho vissuto sulla mia pelle, non per averlo letto chissà dove o sentito dire chissà da chi!Per di più sono di frequente in contatto con chi rappresenta l’antitesi di Imbriano, con gli intellettuali benpensanti che vanno parlando di pace, bene, amore e carità e poi, a livello pratico, sono i primi a mettere i bastoni fra le ruote e fare sgambetti in totale cattiva fede. Questi signori si presentano bene, ostentano una parvenza impeccabile con tanto di curriculum di studi e di vita che non fa una piega. Parlano come se avessero già raggiunto la verità suprema e dall’alto di un piedistallo dispensano consigli “sentendosi come Gesù nel tempio”. Vanno parlando di libertà di pensiero ed autonomia (e predicano peraltro usando un linguaggio volutamente ricercato e forbito: perché a loro non importa che il messaggio arrivi a tutti, anche a chi ha solo la quinta elementare, ciò che interessa a questi signori è conquistare l’applauso dei loro amici di casta), vanno dicendo che sono contenti del bene del prossimo … e poi cosa fanno? Ti schiacciano appena fai un passo in avanti, sono capaci di negare l’evidenza e cambiare le carte in tavola mettendoti in bocca parole che non hai detto. Sono pronti a segnalarti ogni più minimo errore, distrazione, svista e quando lo fanno addirittura provano un piacere quasi perverso, sadico e cattivo. E non godono dei tuoi successi, dicono di condividerli ma non è per niente così! Sono sempre pronti a svilire ogni tua piccola conquista, fosse anche quella di un acquisto fatto mettendo da parte poco alla volta piccoli risparmi. Ti voltano le spalle rabbiosi, sviliscono la tua gioia. Fra i molti esempi a portata di mano ne voglio riportare qui due. Il primo riguarda un calamaio che decisi di acquistare un paio d’anni fa: mi piaceva e l’ho comprato. Lo mostrai tutta entusiasta, fra altri, ad un signorino despota benpensante il quale mi disse, con tono superbo, freddo e rabbioso: “ma ce l’hai l’arredamento giusto?! Perché sai, per un calamaio devi avere un certo tipo di ambiente …”. L’altro esempio risale ad una settimana fa. Imbriano mi ha regalato un paio di piccoli sigari: “ne vuoi uno?”; “sì, grazie”; “tò, prendine due ed anche la confezione e tieniti anche l’accendino, se vuoi prova a fumarteli”; “come?, il fumo non lo devo aspirare vero?” (premetto di non avere mai fumato neppure una sigaretta, se non una mezza volta non so più quando); “no, non lo devi aspirare, tieni”. E così, tutta contenta del regalo e con tanta voglia di provare, anche una sola volta, a farmi un piccolo sigaro, rieccomi di nuovo alle prese con il signorino benpensante. Ho mostrato lui i sigari, che neppure ha guardato, dicendogli che ne avrei assaporato uno la sera stessa. E lui, di tutta risposta “no, ti fa male, io ti consiglio di non fumarlo, se non sei capace poi ti brucia lo stomaco, ti va alla testa …”. Sono esempi, che lascio a voi di interpretare in tutta libertà, come vi pare. Per quanto mi riguarda è proprio da questa mia piccola realtà locale, anche solo dagli stessi esempi appena sopra riferiti e da tanti altri di stessa matrice, che ho percepito e capito e capisco, per dirla in parole povere ma autentiche e sincere, dove sta chi vuole davvero il mio bene e dove invece chi vuole il mio male. Dove sta chi vuole davvero la mia autonomia, la mia libertà, chi gioisce dei miei piccoli traguardi e dove invece chi vuole tarparmi le ali. Imbriano appartiene alla prima categoria di soggetti, rappresenta per me l’autonomia, la possibilità di stare nel mondo non come spettatrice ma come protagonista della mia vita. E la politica credo che parta proprio da noi, dal piccolo, dalla nostra quotidianità, non da Roma! Come al contrario pensano i despoti vestiti da intellettuali benpensanti, i padroni: che aspirano al comando della Nazione, di una Regione, di una Provincia od anche solo di un Comune quando poi, proprio nel piccolo, commentano e lascino messaggi senza firmarli con il proprio nome e cognome. Come invece dovrebbe fare chi predica bene! E così ho inseguito Imbriano. Perché quando ho sentito, percepito, capito attraverso i fatti e non solo le parole la sua idea di autonomia, di questa non mi sono mai dimenticata. Volevo insomma continuare a respirare ossigeno, sentirmi addosso la paura di fare un passo e poi il coraggio di provare ad andare avanti, sentirmi orgogliosa della responsabilità delle mie azioni, anche se sbagliate. Questo è per me Imbriano.Ed è proprio per questo che io sto dalla sua parte e darò il mio voto a La Destra: perché Imbriano è candidato per questo partito. In realtà voto il partito non per il partito in sé ma per la persona. Insomma, per far sì che Imbriano e con lui l’autonomia possano vincere sui despoti benpensanti, non posso che dare il mio voto dove si trovano Imbriano e la mia cara autonomia. Se l’uno e l’altra fossero a sinistra … io voterei a sinistra. Se fossero al centro, io voterei al centro.Chiudo questo mio scritto di parte ringraziando di cuore tutti voi di Sant’Angelo dei Lombardi e dell’Irpinia tutta, a cui sono arrivata attraverso Imbriano. Per me siete stati davvero importanti. Con voi, anche se a distanza, ho continuato il mio percorso ed ho trovato per la prima volta uno spazio, sia pure virtuale, di vera comunicazione sociale. Siete stati per me dei veri, cari, compagni di viaggio.
Stefania Pellegatta

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