Bianco, le cose bianche e De Mita zanna bianca
Non sono passate due settimane da quando Ciriaco De Mita andava salmodiando tra giornali e tivvù l’incredibile e triste storia della sua esclusione dalle liste del Pd. Strologava e ragionava sulle prime pagine e nei talk show sull’ingiustizia somma che gli era capitata; sull’offesa sanguinosa che, in nome della sua veneranda età, era stata inferta alla sua intelligenza.
Molti giornalisti a destra, a sinistra e al centro, si erano mossi a compassione. Alcuni gli avevano dedicato intere copertine descrivendolo come un campione della bella politica d’antan travolto dagli insipidi nuovismi di oggigiorno. Il suo faccione pensoso era divenuto per qualche giorno il simbolo dello strapotere di Veltroni che per un capriccio aveva fatto un tratto di penna sul suo riverito nome. Una specie di frettolosa santificazione.
Non sono passate due settimane e De Mita ha fatto lo stesso con il suo amico di sempre, Gerardo Bianco. Preso possesso delle liste dell’Udc-Rosa Bianca che l’incauto Casini gli ha affidato con piena signoria, al vecchio Ciriaco sono rispuntate le zanne di sempre, quelle assetate di potere.
Cosi ha preso Gerardo Bianco, che in quanto a pedigree di politico della prima repubblica non ha niente da invidiare al Ras di Nusco, e l’ha spedito a casa. Né lui né Casini si sono un momento preoccupati del fatto che Bianco era uno dei fondatori della Rosa Bianca, la formazione che aveva raccolto l’Udc dalla solitudine in cui si era reclusa rifiutando l’accordo con Berlusconi. Appena ritrovato un tetto, De Mita e suoi uomini hanno cacciato i vecchi inquilini e si sono piazzati da padroni.
Gerardo Bianco per altro non aveva neppure chiesto una candidatura per se, ma aveva indicato un giovane (un quarantenne, siamo sempre in Italia) da inserire nelle liste. Invece De Mita ha messo fuori l’uomo di Bianco e dentro suo nipote, Giuseppe De Mita.
Gerardo Bianco l’ha presa con filosofia: “Ciriaco è intelligente ma ha sempre voluto gestire il potere in modo assoluto”. Per quanto lo riguarda lui sarà coerente: dopo la cosa bianca e la rosa bianca, Gerardo opterà per la scheda bianca.
Infondo Veltroni aveva visto giusto su De Mita, lui conosce i suoi polli: non era una questioni di età ma di cattiveria.
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