Traspare la 'cura' impiegata da parte dei tecnici e delle maestranze e percepisco anche una partecipazione 'collettiva' al processo di costruzione degli spazi pubblici.
giovedì 10 luglio 2008
Ecco, a Teora!
10 luglio 2008 foto/pensiero/azione (5) angelo verderosa
Sono stato a Teora qualche giorno fa, invitato da un collega architetto, orgoglioso di aver partecipato alla realizzazione di un nuovo spazio pubblico.
Ho trovato amministratori entusiasti di quanto realizzato e abitanti 'partecipativi'.
Ho fatto delle foto col telefonino e ho pensato al mio precedente post sui 'MURI di Sant'Angelo'. Inevitabile allora tentare un raffronto, seppure fotografico.
Noto allora, a Teora, una cura per i materiali utilizzati e per l'accurata esecuzione dei lavori; affermo questo in generale passeggiando per Teora. Pietra locale (breccia irpina), mattoni pieni, ferro battuto, baulettiche proteggono dalle acque, mai cemento a vista. Muri giustamente inclinati, di quelli che non ti danno l'idea di caderti addosso.
Traspare la 'cura' impiegata da parte dei tecnici e delle maestranze e percepisco anche una partecipazione 'collettiva' al processo di costruzione degli spazi pubblici.
Traspare la 'cura' impiegata da parte dei tecnici e delle maestranze e percepisco anche una partecipazione 'collettiva' al processo di costruzione degli spazi pubblici.
A Sant'Angelo questo processo di buona costruzione si è interrotto; forse si potrebbe in questo spazio del blog tentare un analisi sulle motivazioni.
Penso ai marciapiedi nuovi ma già divelti, all'impiego di materiali estranei alla nostra cultura costruttiva (vedo in giro porfido del Trentino e travertino romano), alla pubblica illuminazione che sembra fatta più per uno svincolo autostradale che per spazi pedonali; vedo poi ringhiere alte due metri (ma di questo vi parlerò nel prossimo post).
Vi lascio con le foto di Teora e vi invito a farvi una passeggiata.
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6 commenti:
ma la smetta di pubblicizzare il suo amico,capirai poi il Renzo Piano...questo blog mi sembra una succursale paesanotta di mediaset....mamma mia.voi che ne pensate?
Era ora, finalmente un post, dal titolo che, come sempre, fa riflettere.
Sant'Angelo per troppo tempo si è nascosto dietro il suo illustre passato, sembra un nobile decaduto che invece di lavorare passa la vita a raccontare degli antichi fasti.
A noi ragazzi qui questo non piace e non fa bene, chi ha idee del genere fa solo male al paese.
Qui serve lavoro, pulizia, rispetto e amicizia, non le solite menate sul tempo che fu, soprattutto se non hanno alcun fine oltre a quello di omaggiare se stessi senza nulla apportare alla nostra comunità stremata.
Scusate lo sfogo, se non va bene il commento potete modificarlo, ma per favore pubblicatelo.
S.angelo ammettiamolo è decaduta molto e molto per colpa della politica. Nel paese molti hanno lavorato senza amore e oggi nei paesi vicini tutto è più curato e funziona meglio. S.angelo non passa a tutti ma tutti passano a S.angelo. Se non si prende atto di questo non scatterà la molla per fare meglio. Auguri a voi tutti amici e parenti che siete in paese, mettetecela tutta. Forza S.Angelo hai bisogno di stimoli e non ti offendere se ti paragonano a Teora.
Sono venuta a S.Angelo rarissime volte e non sono mai stataa Teora.: è ovvio che il mio commento è solo visivo, estetico e poco politico-sociale.
Mi colpisce la bellezza dei gradoni di quell' anfiteatro e della scala che si vede di profilo.
Materiali e linee.
Spazi e persone che li utilizzano.
Eppure mi colpivano anche le foto dei muri sterili di S.Angelo.
Mi impressionava proprio la loro mancata trasformazione creativa ..che sò, genere rampicanti e discendenti cangiacolore come la vite americana, ma anche spazio espositivo pubblico per i writewrs e i graffitari.
Forse a S.Angelo, rinomato centro di Licei ed Istituti superiori, ci sono pochi studenti ad indirizzo artistico?Sono o vanno tutti a Calitri ?
Forse non è una esigenza dei giovani locali quella di provare a fare belli i muri sterili, forse..
Forse, se ai giovani venisse in mente di chiedere l' autorizzazione all' amministrazione comunale e magari un contributo per l' acquisto vernici... forse potrebbe sortirne uno spazio espositivo all' aperto.
Forse,sarebbe un movimento più concreto che scrivere all' impersonale e sotto forma anonima su codesto blog.
Un saluto
Teresa Cella
Per il momento io sui muri ci scrivo...., anche perchè non sono, fisicamente, ancora a Sant'Angelo!
E scrivendo rilancio: non è che per caso è una tua parente Maria Cella, che è giudice al Tribunale di Monza e che ha una figlia, giovane psichiatra?
NO, credo che sia il vero originario ramo longobardo della famiglia.
Il ramo andrettese arriva da Torella dei Lombardi nell' ' 800.
Comunque la psichiatria e l' arte e il diritto devono essere passioni di famiglia.
In Lombardia c' è una serie di sorelle Cella che si occupano e scrivono di Yoga e salute , a Mi c' è una Cella che è psi e formatrice in Analisi Transazionale .Ci siamo incontrate per caso, arrivando in due a una chiamata telefonica per dott!durante un laboratorio intensivo.
Poi c' è il ramo pisano/livornese mai incrociato.
Poi a Fi ci sono Cellai e Celli e a Parigi un' antiquaria con lo stesso cognome.
Chissà quante prigioni nelle nostre vite precedenti! Naturalmente da carcerieri e carcerati , in alternanza..
Ciao Teresa
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