sabato 23 agosto 2008

Formicoso MON AMOUR




Laddove l’aratro non smette mai di fermarsi a rovesciare il terreno d’agosto fresco di mietitura, laddove le correnti eoliche costituiscono fonte d'energia alternativa rinnovabile, laddove la fatica umana viene ripagata dai frutti di una natura silenziosa, estranea al caos cittadino, addolcita dal canto agreste dei contadini a riposo sotto la frescura, parte un segnale forte e deciso, non solo per una finalità prettamente ambientale ma anche sociale e culturale. La materialità profana ha conosciuto la sensibilità, l’azione di massa e la lotta civile, quella più bassa, che vede protagonista il volgo, ignorante, laborioso, asservito dal “fraudolento retore” in carica, spesso messo a tacere dal decisionismo più duro nell’incapacità totale di una risposta immediata. Per un giorno l’orto è rimasto incolto, dando spazio alla manifestazione “Pro Formicoso”, a cura dei comuni di Bisaccia ed Andretta, che riscopre le bellezze dell’Irpinia d’Oriente, locus amoenus, immersa nel verde, ricca di sorgenti acquifere, riconosciuta in alcune zone oasi WWF (basti pensare alla diga di Conza), di tradizione secolare per quanto riguarda i prodotti di necessità e culla di storia e legenda. L’avvenenza musicale, l’acume poetico e la capacità istrionica di Vinicio Capossela, il Freestyle sagace e denigratorio dei Gianbassa, l’irresistibile trasporto nei ritmi folk-taranta dei tamburi e degli organetti dei “la banda della posta” infondono il giusto calore, fino a notte fonda, ai giovani accorsi all’evento, chiamati in appello per un’adesione significativa e pronti ad alzare la voce dinanzi a soprusi, molte volte rivelatisi gratuiti. Non mancano, inoltre, esibizioni di giovani emergenti, saggi di dilettanti, molti di loro anziani, che nonostante la vecchia età continuano a deliziare il pubblico, interventi poetici e inviti alla lettura di scrittori irpini ( si prega però di superare il profondo pessimismo d'alcuni scritti), il tutto accompagnato dall’ottima ed essenziale, come la gente di queste zone, gastronomia locale: pane, vino e “sausicchio”. Unica nota dolente della serata, l’assenza dei nostri parlamentari, tanto attesi da sindaci ed amministratori, estraniati dai fatti e in grado solo di elargire dispense per una “terra promessa”, previsioni oltre l’immaginabile, lontane dalle vere sospensioni. Non sanno che il punto di forza dell’Irpinia risiede nella “terra”, fortemente attaccata al destino dei suoi abitanti, e che un eventuale suo stravolgimento causerebbe di sicuro un danno irreparabile all’immagine, già molto approssimativa e volta all’oblio. Qualcosa si è mosso…e non solo la terra per azione meccanica; infatti le procedure di carotaggio sono state rinviate e l’incontro tra sindaci “pro Formicoso” e capo del governo avverrà a breve. Il fuoco dell’alleanza instaurata tra gli esponenti dell’Irpinia d’Oriente è vivo e per ora tiene lontani “sciacalli” e “avvoltoi”. Il salotto d’elite politico-amministrativo post terremoto non esiste più, dal momento che la vecchia guardia ha perso ogni potere, gli abitanti del posto hanno ritrovato la loro consapevolezza e desiderano solcare terreni ricchi, colti, ben definiti, in modo da poter seminare le loro idee e impiantare la rinascita, abbandonando il perpetuo stato di “maggese” presente.


Roberto ROMANO

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L’esperienza della sinistra al governo nella scorsa legislatura potrebbe presto arricchirsi di un altro primato: quello del «falso in bilancio» più grande della storia, una cifra vicina ai 30 miliardi di euro (sessantamila miliardi delle vecchie lire) con i quali si sarebbero inutilmente «sporcati» i conti pubblici italiani allo scopo di far sembrare peggiore la situazione ereditata dal governo Berlusconi e accreditarsi come risanatori. Di questa cifra Eurostat ha già accertato l’inesistenza di quasi 15 miliardi e, secondo quanto risulta al Giornale, i conti italiani sarebbero «sotto revisione» per quanto riguarda la somma rimanente.

Facciamo un passo indietro: l’indicatore più popolare per misurare la «performance» della politica economica di un governo è l’evoluzione del rapporto fra il deficit e il Prodotto interno lordo. Questa misura è importante sia in senso assoluto (perché se eccede stabilmente il 3% l’Europa apre una procedura di infrazione) sia in senso relativo perché si possono confrontare i comportamenti dei diversi Stati fra di loro e rispetto alla media europea. Ogni governo è «responsabile» degli anni per i quali firma la legge finanziaria che, come è noto, stabilisce spese e entrate per l’intero anno. Pertanto economicamente vengono per convenzione attribuiti al centrosinistra i risultati degli anni dal 1997 al 2001, al centrodestra quelli degli anni dal 2002 al 2006, di nuovo a Prodi gli anni 2007 e 2008. Ebbene, Prodi, Padoa-Schioppa e Visco si inventarono delle voci «una tantum» che pesarono sul deficit italiano del bilancio 2006 per circa due punti in modo da consegnare alle stampe e a un’imbarazzata Istat un dato pesantissimo: meno 4,4%, il risultato peggiore dal 1996 e che sarebbe rimasto alle cronache come responsabilità del governo di centrodestra. Peccato però che queste voci fossero inesistenti.

La prima di queste voci fantasma, relativa a possibili rimborsi sull’Iva delle auto aziendali e pesante per ben 15 miliardi di euro, è già stata cassata da mesi (nel silenzio generale) da Eurostat che ha provveduto a classificare come «metodologicamente scorretto» il carico di spese solo eventuali e non ancora verificatesi sul bilancio 2006. La cosa è immediatamente verificabile dal sito di Eurostat dove il rapporto deficit/Pil per l’Italia nell’anno in questione appare ora ridotto al 3,4 per cento.

Nella stessa nota in cui Eurostat accerta il primo falso nel bilancio statale però c’è anche una nota che indica come le voci relative a «investimenti infrastrutturali» siano sotto esame. Di cosa si tratta? È una storia incredibile, che indica con quanta spregiudicatezza si sia mosso il governo Prodi pur di poter addossare al governo precedente responsabilità non sue. L’ultimo dei 1.364 commi della legge finanziaria per il 2007 (quella famosa del «più tasse per tutti») è molto strano: dice, come da prassi, che la legge entra in vigore il 1° gennaio «tranne» quattro commi che, in modo del tutto irrituale, entrano in vigore il 27 dicembre. Tali commi prevedono l’accollo dello Stato dei debiti delle Ferrovie dell Stato per 13 miliardi che quindi, per tre soli giorni, venivano caricati totalmente sull’esercizio 2006. Un vero e proprio colpo di mano che era inoltre finanziariamente indeterminato, perché il decreto attuativo sarebbe stato emesso solo in seguito. C’è di peggio: esiste la prova che Eurostat aveva imposto sin dal 2005 un diverso criterio di imputazione del deficit. L’istituto europeo aveva classificato tale somma come debiti dello Stato nel 2005 e, secondo quanto si può leggere sul rapporto che accompagnava la riclassificazione, aveva stabilito tassativamente che fossero imputate come deficit solo e solamente le cifre relative a debiti giunti a scadenza e non onorati dalle Ferrovie e, in ogni caso, solo per gli anni in cui queste scadenze fossero avvenute. Non c’era quindi nessuna ragione per disporre l’accollo di una simile cifra e soprattutto nessuna motivazione per una così clamorosa forzatura contabile, congegnata in modo da gonfiare il deficit 2006, anzi, Eurostat aveva espressamente deciso tutt’altro.

Alla luce di tutto ciò si capisce l’imbarazzo dei contabili europei nell’avere «sotto revisione» dei numeri che risultano falsati per quasi 30 miliardi con conseguente difficoltà di raccordo di cifre che impattano l’intero bilancio dell’eurozona. Se, come pare, anche l’accollo dei debiti delle Ferrovie - dato il palese artificio contabile e l’esplicita indicazione contraria del 2005 - verrà cassato da Eurostat, bisognerà riscrivere la storia economica delle ultime legislature, ammettendo che il risanamento era stato in effetti iniziato dal governo Berlusconi, dato che il centrodestra, senza il «superfalso» in bilancio della sinistra, risulta aver ricevuto un deficit/pil al 3,1% ed averlo riconsegnato migliorato al 2,5% (in controtendenza con la media dell’Europa a 15 nazioni che, nel periodo, ha al contrario leggermente peggiorato tale rapporto). Risulterebbe invece così pressoché nullo il risultato dell’ultimo governo di Prodi, Diliberto e Di Pietro, ai quali potrebbe rimanere invece il poco ambito riconoscimento come «autori del massimo falso in bilancio» in Europa: curioso destino per chi ne aveva fatto un simbolo delle malefatte del centrodestra.

Giovanni Di Iorio.
Autonomista beneventano.

Anonimo ha detto...

«Nessun vincolo ambientale»


ANDRETTA - Nessun ostacolo ambientale: il sito di Perospaccone è idoneo, ma prima di mettere in moto le trivelle sono necessari altri approfondimenti. Questo l'esito del sopralluogo di di ieri mattina effettuato ad Andretta da quattro tecnici del Commissariato (nella foto grande). Sull’altopiano del Formicoso qualche striscione e il carro della trebbiatura hanno accolto i quattro tecnici inviati da Bertolaso per un sopralluogo. Tra loro un geologo, un agronomo, ed un funzionario amministrativo.
A capeggiarli è Bernardo De Bernardinis, numero due della protezione civile tra i geologi, che da anni parlano del Formicoso come possibile discarica. Con i sindaci, invece, un'equipe di tecnici di parte: il professore Canuti dell'Università di Firenze, gli esperti di geologia Caputo e Di Matteo.
Oltre un centinaio tra cittadini ed esponenti dei comitati hanno preso parte al sopralluogo di Perospaccone. La protesta non ha comunque riservato alcun momento di tensione. I contadini e proprietari dei fondi agricoli di Pero Spaccone hanno preso parte in silenzio.
Il monitoraggio dell’area è durato circa un’ora. I tecnici hanno vagliato l’eventuale posizionamento della piattaforma che dovrebbe occupare un quantitativo non ancora precisato di ettari di terreno. Al termine dei controlli si sono espressi, comunque con la massima prudenza, sostenendo che sono necessari altri studi sul terreno del Formicoso e ribadendo che non è stato deciso ancora nulla.
Sul fronte opposto, la delegazione con i sindaci ha spronato i tecnici ad attendere l’incontro con il premier Silvio Berlusconi prima di programmare gli eventuali carotaggi, slittati a data destinare. «Noi restiamo delle nostre idee e dei nostri convincimenti - ha spiegato ai microfoni dell’emittente Irpinia Tv il sindaco di Andretta Angelantonio Caruso - continuiamo a ritenere che questa non sia un'area idonea, e sia la riunione di stamattina che lo stesso sopralluogo sono serviti soltanto a prendere visione dei luoghi interessati. Non c'è quindi un approfondimento di natura tecnico-geologico, riservato ad un passaggio successivo».
«Un passaggio successivo che speriamo non arriverà mai - gli ha fatto eco il sindaco di Bisaccia Marcello Arminio - e comunque non prima di aver discusso con le parti politiche interessate, in particolare con il premier Berlusconi. Proprio in questi giorni Bertolaso sta valutando la possibilità di organizzare un incontro tra tutti i sindaci del Formicoso e Silvio Berlusconi. Quindi chiediamo ad alta voce al professor De Bernardinis - ha ammonito Arminio - di non immaginare neanche eventuali fasi successive prima del tavolo dell'auspicato tavolo di discussione con il Presidente del Consiglio. E' lì che ci si giocherà tutto...».