martedì 19 agosto 2008

vorrei pubblicare un post

Durante lo scorso anno scolastico, io e i miei compagni, siamo stati invitati a partecipare ad un concorso di narrativa; all'inizio l'idea non mi affascinava più di tanto, e soprattutto il titolo, "IO E LA MIA COMUNITA'". Poi però, con il passare dei giorni, sentivo che c'era davvero qualcosa che mi interessava di questo argomento, qualcosa che mi dava fastidio, e quindi notai che poteva essere la buona occasione per parlarne e far leggere il mio racconto ai diretti interessati.

La storia nn è un gran che ma penso si riesca a cogliere il messaggio: LA GENTE CHE PARLA SENZA SAPERE COME STANNO DAVVERO LE COSE. Questo accade sempre nei piccoli paesi, e molte volte ci sono andata di mezzo anch' io, non direttamente, perchè non ho mai dato motivo alla gente di poter parlare di me, ma attraverso le vicende di amici, parenti e conoscenti. Questa che sto per raccontarvi è una storia tratta dalla mia fantasia, ma potrebbe benissimo essere reale, almeno a Sant'Angelo. (Ogni riferimento a luoghi e personaggi NON è puramente casuale, tranne il protagonista, che è un ipotetico cittadino santangiolese).

Michele era un bravo ragazzo, alunno modello del Liceo Classico " De Sanctis", diplomato a pieni voti e poi impiegato nell'azienda farmaceutica del padre, dopo essersi laureato con 110 e lode all'università di Pisa.
Nel lontano 1987 era sulla bocca di tutti per l'eccellente risultato, ora lo era di nuovo.
Lavorava con impegno, era gentile con tutti, consigliava e regalava anche qualche farmaco ai clienti abituali, e aveva una ragazza (benché non fosse ancora sposato a 45 anni). Maria, così si chiamava il testimone dell'accusa del tribunale di Avellino, "Maria la traditrice", come solevano chiamarla ora Michele e la stretta cerchia dei suoi sostenitori.
‹‹ Le ripetiamo signora Maria Bianchi, giura di dire tutta la verità, nient'altro che la verità?››. ‹‹Lo giuro Vostro Onore››. ‹‹Dove si trovava la notte dell'arresto, la notte in cui nella macchina del signor Michele fu trovato,camuffato col nome di un medicinale, un intero carico di droga? ››. ‹‹Ero al 118 a fare il turno di guardia; le ripeto, Vostro Onore, non ne so niente di questa storia!››.
Invece lei sapeva…che non era vero! Michele era stato incastrato dai suoi amici del bar; era stato incastrato da quelli che, già sospettati, cercavano un capro espiatorio nell'onesto e insospettabile farmacista.
Il fermo, l'arresto e il processo avvennero in ottobre; la notizia si diffuse in un batter d'occhio in tutto il paese e nei dintorni. "Arrestato l'eccellente studente e il così cortese farmacista", dicevano le cronache. "Buon viso a cattivo gioco", dicevano gli opinionisti. Nessuno però aveva il minimo sospetto che si stessero sbagliando. In un primo momento i familiari e gli amici più vicini cercarono risposte, non volevano crederci, ma quando poi la notizia iniziò a diffondersi, ad essere sulla bocca di tutti, quando cioè il nome della famiglia cominciò a infangarsi, lo diseredarono, lo abbandonarono alla sua sorte.
Gli amici del bar ovviamente si erano già dileguati al primo segnale di guai e Maria, la cara, dolce Maria, l'unica speranza e l'unico sostegno del povero Michele, si tolse di mezzo non appena si rese conto di poter essere accusata di complicità o, nel caso, di favoreggiamento.
A quel punto Michele perse ogni speranza, smise di lottare.
Dato che non fu colto in flagranza di spaccio, ebbe solo sei mesi di pena, ma il ritorno in paese fu più tetro della reclusione.
Poiché i familiari avevano tagliato ogni contatto, era stato costretto ad affittare una casa nel centro storico, vicino alla chiesa, in un vicolo abitato dalle "signorine" o vedove del secondo dopoguerra. Le comari, o meglio le "pettegole diffamatrici", come soleva definirle Michele, ebbero una violenta reazione alla notizia del trasferimento dell'ex galeotto: uno sbattere di persiane, un continuo sbirciare attraverso le fessure delle imposte, una continua richiesta al parroco se poteva essere pericoloso, neanche fosse stato un serial killer!
Avendolo il padre disconosciuto, gli aveva tolto anche la propria parte di guadagno alla farmacia e perciò Michele fu costretto a cercare lavoro. In paese nessuno voleva accettarlo: bar, ristoranti, officine, persino luoghi in cui poter fare le pulizie; anche l'amichevole sindaco aveva sviato la richiesta di aiuto con un "le faremo sapere", che, come sempre, vuol dire mai…e poi perché quel "lei"? Lo aveva sempre chiamato Michele o proprio "Genius", come lo aveva soprannominato ai tempi dell'università.
Ora era solo, solo in un paese, nel suo paese, tra la sua gente, la sua comunità.
Fu Michele, a raccontarmi la sua storia, una volta, in canonica, dove abitualmente ci raccogliamo noi giovani, per parlare di noi, per vivere esperienze e per aiutare chi è meno fortunato, come Michele. Vi fu invitato dal parroco al quale, non sapendo più cosa fare, era ricorso per un aiuto, raccontandogli come stavano davvero le cose. Don Piero sorpreso dalle vere circostanze di cui nessuno era a conoscenza, prese a spargere la voce, ma si sa, nei piccoli paesi si ricordano a memoria tutti i funerali ma mai i matrimoni!
Dato che nessuno gli dava ascolto, il parroco decise di presentarlo a noi giovani, noi che abbiamo un animo ancora incorrotto e senza pregiudizi. Michele ci raccontò la sua storia e noi gli credemmo: gli si leggeva in faccia il dolore, la sofferenza che aveva provato in quel tempo, non tanto per la pena, quanto per il voltafaccia dei suoi amici più cari, soprattutto dei familiari.
La "nnummenata", come si dice dalle mie parti, è ciò che conta di più in una piccola comunità, dove pochi si fermano a cercare davvero cosa c'è di buono nell'altro.
Io e i miei compagni rimanemmo colpiti e, dispiaciuti per quell'uomo, ci rendemmo disponibili per i suoi eventuali bisogni, convinti della sua innocenza.
E così finalmente l' "humanitas" prese il sopravvento sul "mos" e noi "neoteroi" vincemmo la battaglia.
Questo avvenne un anno fa, nel 2006, e ora, marzo 2007, Michele Zucca, impiegato alle poste, sta ristabilendo qualche contatto con la famiglia e ha ricevuto le scuse di molti amici, comprese quelle del suo illustre ex compagno di università.
Ancora c'è qualcuno che lo chiama "Lo Spacciatore".
Io stessa ho sorpreso due ragazzi che commentavano la sua storia dicendo:‹‹Si è ingraziato il prete e mò lavora! Adesso spaccio anch'io e pò me sistemo!››
E' inutile, un piccolo paese resta purtroppo legato a certi eventi, ma c'è pure una piccola parte della comunità che ha saputo credere in lui e lo ha fatto reintegrare..e io sono felice di farne parte.
Rorirock




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30 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo il "racconto di fantasia" di tale RORIROCK appare chiaro il manifesto che si vuol fare di un paese o di una comunità come Sant'Angelo. Però è assai riduttivo il tentativo. Innanzitutto perchè la "DIFFIDENZA" e il "PREGIUDIZIO" sono mali congeniti alla natura umana e non sono legati ad un luogo piccolo o grande che sia; poi perchè è sminuente il pensare che la società non riserva, anche se con difficoltà, una seconda possibilità; perchè, inoltre, la chiave di lettura umanitaria che si legge nell'illusorio racconto monopolizza l'attenzione sul personaggio parroco (chiamato esplicitamente Don Piero) e su i soli giovani della canonica, come se questi fossero l'unica parte buona e "salvifica" di Sant'Angelo. Addirittura si parla di anime "incorrotte", "angeliche" che in un contesto ipotetico (ma non troppo, come dice l'autore stesso facendo supporre che a Sant'Angelo tale cosa sarebbe possibile e che la parte "ottima" della società è ancorata alla sola canonica ed è simboleggiata dal solo "santo" Sacerdote)come quello di questo paese rappresentano il "bene" circondato da un "male" assoluto (amici, parenti, cittadini comuni, conoscenti, sindaco ed autorità, associazioni e quant'altri, infatti, hanno "chiuso" la porta in faccia all'ipotetico Michele) e che l'unica vera speranza sono loro e il loro mentore.
Capisco che trattasi, infatti, di fantasia o di narrativa, ma non comprendo però perchè, poi, porre l'accento che questo a SANT'ANGELO sarebbe, di fatto, possibile: come per dire che il contesto SOCIALE SANTANGIOLESE è DRAMMATICO e che l'unica nota positiva è rappresentata da questi "giovanotti" sani ed immacolati. Un pò brutto lo scenario e davvero poco reale o realizzabile. La realtà, ifatti, racconta di una difficoltà all'essere SOLIDALI, ma questa è generale e tocca anche l'ambiente citato ad "isola felice"; e allo stesso tempo non è così totalmente stratificato da rendere la nostra comunità così riprovevole.
Dispiace, quibdi, pensare che aldilà del racconto, si faccia un uso strumentale all'accusa "tout court" di un'intera comunità e in difesa "proclamativa e sponsorizzante" della sola canonica e del Suo apprezzato e stimato (perchè a Sant'Angelo i santangiolesi lo vogliono bene a Don Piero e si sappia!!!) residente e dei suoi tanti volenterosi fruitori.
Per questo gentile ROROROCK nessuno contesta la tue "fantasticherie" o le tue "opinioni", ma non cadre nell'errore che la realtà è o "potrebbe" (come dici spesso nel racconto) essere questa; esortandoti, altresì, alla frequentazione di altri posti di "aggregazione" libera spontanea e propositiva alla solidarietà e comprensione, come potrebbero essere le ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO, la PRO LOCO ed altri enti no profit presenti. Sant'Angelo, infatti, è stato da sempre un paese incline al VOLONTARIATO in tutte le sue diverse e specifiche risultanze; e questo non lo si può certo negare. Ti ricordo, infine, che nella nostra comunità in passato ci sono state iniziative immemorabili targate il "DIALOGO" che, come ricorderanno i tuoi genitori, rappresentava quanto di buono c'era e poteva esserci a Sant'Angelo, o almeno era un simbolo di speranza di un paese che, davvero, non è stato, non è e non sarà mai così spietato come hai voluto "fantasticamente (ma non troppo)" far credere.
Cerca di essere più ottimista e di amare il tuo paese nel "bene" e nel "male".

Un abbraccio da un genitore pieno di speranza.

Anonimo ha detto...

Davvero fantasioso il racconto di Rorirock, fossi stata la tua insegnante ti avrei dato un pessimo voto.
Ma al di là dell'analisi puramente stilistica, per quello che vedono i miei occhi stento a credere ad una simile manifestazione di "humanitas" da parte di ragazzi che si dilettano a schernire la gente, a "vandaleggiare" (passatemi il neologismo!!!) a destra e a manca, ad inciuciare come le "vecchie comari" del racconto, ad urlare parolacce giocando con la playstation all'una e mezza di notte.
Cara Rorirock questo squallido raccontino pubblicalo su blog frequentati da non santangiolesi e non ergerti a profeta dicendo che il nostro popolo giudica senza conoscere i fatti, perchè a mio parere i "fatti vostri" sono fin troppo noti.
Poi pensando lucidamente alla tua strenua difesa dell'operato di qualcuno, credo che chi tanto si giustifica ha evidentemente qualcosa da nascondere, si sente punto in qualche modo. O sbaglio? Ma non credo.
Comunque in bocca al lupo per il tuo futuro di scrittrice di libri per ragazzi!!!

Anonimo ha detto...

Bene..allora.. punto primo: il racconto l'ho scritto piu di 1 anno fa, quindi, punto secondo: non è stato scritto per difendere nessuno. Punto terzo: i commenti sn in più punti inopportuni perchè nè voglio mostrare le mie doti di scrittrice(anche se pessime), nè faccio paragoni e confronti con eventi di cui non sono nemmeno a conoscenza. Il tutto è per far notare cosa a ME, una ragazza di 16 anni a quel tempo, non piaceva del mio paese. Se avreste letto l introduzione (doppia tra l'altro per errore di pubblicazione)avreste capito che l'occasione per cui era nato il racconto era ben altra. E senza che prendete in giro e fate insinuazioni, non ci perdo niente a scrivere nome e cognome, non l'ho fatto fin ora sempre per i soliti pregiudizi. E il fatto che è nominato esplicitamente il parroco nasce poichè a quel tempo avevo appena iniziato a fare qualcosa di produttivo nelle sale parrocchiali con i miei coetanei, perchè lo ritenevo giusto. Non mi va di essere presa per una stupida, e grazie per la speranza che date ai giovani di esprimere le loro opinioni.
E caro lettore impegnato, questo racconto la mia prof di lettere l'ha ritenuto adatto per il concorso, quindi tanto pessimo non mi pare. Inolte "fatti vostri" non ne sa..fatti loro semmai.. io sono libera e indipendente nelle idee e nelle azioni.

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'ottima conoscenza della grammatica italiana: "...se avreste letto...".
La tua prof. di italiano, che come dici ha ritenuto il tuo racconto degno della partecipazione ad un concorso, non ti ha mai fatto una lezione sull'uso del condizionale? O te l'ha fatto ma semplicemente non hai recepito?
P.S. Si dice: SE AVESTE!!!

Anonimo ha detto...

ma che bel "piccolo mondo antico"; che poesia; che "mielismo" esagerato... o che hollywodiana immaginazionee: i tanti "cattivoni" e "birboni" soggiagati da un "signore degli anelli" e dai suoi pochi ma "splendidi" prodi!!!
Stasera Sant'Angelo dormirà più tranquilla, rassicurata da Rorirock e dalla sua "fantastica BANDA" di amici "canonici" sempre pronti a darti una mano... come quella che dai balconi della "casa canonica" non si ritraeva mentre scaraventava un "mozzicone" ardente di una "purificatrice" sigaretta in testa ad un ignaro e "colpito in pieno" passante!!! Gesto anche questo della "immacolata e non corrotta" bontà di questi "sorprenenti giovani"!!!
Bravi e meno male che Michele vi ha incontrati... che storia strappalacrime; che romanticismo!!!
quasi quasi vi proponiamo al governo, chissà se almeno Voi con la Vostra HUMANITAS riuscireste a salvarci dalla recessione...
...con la fantasia tutto è possibile, MA NON TROPPO!!!

Anonimo ha detto...

Capita a tutti di sbagliare la grammatica, perdonate l'errore.
Ho capito, il mio messaggio non passa, il punto nn è CHI ma COSA!!!! IO NON STO DIFENDENDO NESSUNO..chiaro?!
Per sarcasticus:il racconto infatti è di fantasia, non pretendeva essere un manifesto di niente, nè un programma di rivolta!!
E ripeto, confondete sempre le cose, incorrotto nn significa che non fuma o non fa casino, significa senza pregiudizi!!!
Non voglio immischiarmi in questioni che non mi riguardano perchè di tutti questi "atti osceni" dei quali state incolpando i ragazzi, se pure sono stati compiuti DA ALCUNI, io non ne so niente e nn è mia competenza parlarne.

Anonimo ha detto...

cara RORIROCK nessuno mette in dubbio la tua LIBERTA', la tua BRAVURA, o la tua BUONA FEDE; ma risulta strano nonchè "programmato a d'uopo" questo tuo raccontare, appunto, il tuo racconto con annesse motivazione. Sembra che dietro ci sia strumentale un'iniziativa (???), ma va bene così perchè il BLOG per come si dimostra è: AUTONOMO, LIBERO e APERTO a TUTTI e per TUTTE le IDEE ed OPINIONI. Quindi non duolerti ma non farci credere, però, che sei così INGENUA...
Saluti.

Anonimo ha detto...

Se non ci credi, come al solito, vai sul mio blog personale e vedi quando è stato pubblicato il racconto. Posso essere quello che vuoi ma falsa no.

Anonimo ha detto...

forse è un messaggio anacronistico (infatti come dici tu stessa il racconto l'hai scritto l'anno scorso) perchè "ne è passata di acqua sotto i ponti"!!! poi se non riesce a passare è, forse, anche un tuo problema che non riesci a farlo passare o, meglio, perchè i contenuti non sono ritenuti del tutto attendibili. ma come e se non interessa a te (strano!!! ne hai scritto anche un racconto, pure se di fantasia - ma non troppo -), figurati a me o a molti che leggendo il tuo "fantasy" certo qualche riflessione se la pongono, o no?!?
Ma tu credi davvero che Sant'Angelo è così spietatamente drastica?
Io penso di no, o almeno spero!!!
Bisogna crederci e dare ognuno il proprio contributo al che la SOLIDARIETA' diventi VALORE CONDIVISO e non PREROGATIVA (presuntuosa) DI ALCUNI.
Spero che questo messaggio passi!!!
Sarcasticus benevolus

Anonimo ha detto...

Questo messaggio è ovvio, almeno per me. Ed è ovvio anche che non si deve generalizzare, nè da una parte, nè dall'altra.

Anonimo ha detto...

io credo a quello che dici e non mi permetto di dire cattiverie su nessuno e nemmeno di pensare o scrivere che sei bugiarda, non l'ho fatto. Anzi ho detto che avendolo scritto un anno fa, può di fatto risultare anancronistico. Scusami se mi sono espresso male, ma non è mia intenzione offendrti.
Mi dispiacerebbe, davvero.
Sarcsticus.

Anonimo ha detto...

Per la giovane Rorirock:

perchè parli di: "da una parte e dall'altra"?; perchè pensare sempre a delle divisioni su questo paese? forse stando in un proggetto pensi di essere divisa o opposta ad altri?
Per noi l'impegno significa quello che si fa per la comunità nessuno escluso. Quindi non parlate di parti contrapposte ad altre, perchè se no date ragione a chi pensa male di voi e dei vostri proggetti.
basta divisioni; più armonia "per e con" tutti.
Un genitore pieno di speranza (quello di prima).

Anonimo ha detto...

Cara Rorirock vorrei consegliarti se mi è concesso di approfittare di questo strascico di vacanze per ripassare un pò di grammatica ed altro.
Non fa bene stare tante ore davanti al computer, può nuocere agli occhi!!!

Anonimo ha detto...

Non intendevo questo, anche perchè io nel progetto non ci sono completamente dentro. Con "da una parte e dall altra" nn intendevo 2 parti, cioè 2 fazioni, ma intendevo dire sia nel bene che nel male. Cioè chi fa parte di un gruppo, un qualsiasi gruppo di qualsiasi genere è cmq un singolo e non va giudicato secondo l'operato comune; in minima parte certo, perchè accetta qll operato, però nessuno può essere sicuro del perchè lo fa, è sempre una cosa personale.

ps: grazie per il consiglio, se avrò tempo lo farò.

Anonimo ha detto...

Cmq "progetto" si scrive con una sola "g". Errare è umano.

Anonimo ha detto...

A me questo racconto più che in difesa di qualcuno appare autocelebrativo delle azioni ricolme di solidarietà di Mister X.
Questa è la mia impressione ed ho la presunzione di credere di non sbagliare.

Anonimo ha detto...

Parla chiaro..cosa vorresti dire?

Anonimo ha detto...

Evviva siamo al festival della banalità e della codardìa..... uno contro tutti: da un lato una ragazzina che come unica colpa ha quella di aver scritto ciò che pensa e ciò che sa, dall'altra un branco di opinionisti presuntuosi e sciocchi (nemmeno poi così eruditi come ritengono di essere) che non trovando di meglio da fare si ergono a paladini della nobile arte dello scrivere e della morale comune, che scioccamente identificano in ciò che è giusto per loro.

Si tratta suppongo di pochi eroi pavidi che variamente mutando pseudonimo cercano di creare un movimento di opinione che non c'è, senza accorgersi che il modo arcaico e scorretto di scrivere e soprattutto l'illogico argomentare tradisce l'origine comune di alcuni scritti.

Che dire, in un paese che sta ormai morendo è normale che dia fastidio ogni segnale di vita che ancora resiste.
Non scoraggiarti e non sprecare energie a ribattere alle pretestuosità di questa gente Rorirock, tu appartieni al futuro, questi sono il passato quel passato che ha distrutto l'armonia e il civismo di questo paese... falli abbiare essi stanno morendo con il fegato in pezzi.

Cardo Mariano (molto cardo e poco mariano ;-)

Anonimo ha detto...

Traspare dalle tue parole che sei una madre affettuosa,una moglie attenta ed una fervente cattolica e praticante assidua degli ambienti ecclesiali e canonici,ma purtroppo hai capito poco o niente della realtà che ci circonda. Hai la presunzione e il pessimismo di chi possiede la formula del futuro. Hai il malgusto di Permetterti di dare giudizi sulle persone e sulla cultura degli altri non curando la tua personale che sembra difettare, visto che non solo di nozioni ma anche di comportamenti essa vive e si manifesta. Poi parli di codardìa ma tu sei la prima a nasconderti dietro un pseudonimo stupido ed antipatico e dietro a ricette del nulla per il niente. Anche tu, cardo mariano, fai parte allora del passato inglorioso e deprecabile di questo decadente paese. Meno male allora che ci sono i don piero boys!!!

Anonimo ha detto...

Qiisso è nata vota lu prufessore che ea abbuscato a nata parte e mò vene a fà lu scienziato puru qua senza mete la firma pecchè se mette paura.

Anonimo ha detto...

qwertyuiopasdfghjklzxcvbnm,.-
qwertyuiopasdfghjklzxcvbnm,.-
qwertyuiopasdfghjklzxcvbnm,.-

visti i vosrti commenti tutti, da paura, ho deciso anch'io di scrivere qualcosa che come vedete sopra è la tastiera riprodotta, dato che anche voi digitate all'impazzata i tasti senza mettere in azione il cervello.

prendi cardo mariano o sarcasticus, ti accorgi che sono entrambi persone frustrate e rorirock un deficiente peter pan con la paura di crescere; forse per non diventare come gli adulti che scrivono in questo blog...
...da disgusto vero!!!

Parlate di passato e di futuro, ma non vi siete accorti che siete innanzitutto il presente squallido del paese.

Siamo stanchi delle vostre battaglie di "quartiere", a noi interessa la "città tutta".

P.S. cari cardo mariano e company è meglio, dunque, che pensiate ai vostri orticelli, alle vostre ville e piscine e ai vostri solo interessi e lasciate la "morale" ad altri.

Anonimo ha detto...

i vostri non sono progetti, ma proggetti...
...l'errore è voluto come voluto è il tuo racconto!!!
Rimango convinta del fatto che dietro ci sia un messaggio subliminale... ma non so fino a che punto riuscireste!!!
Già avete però un adepto: CARDO MARIANO e i suoi SHOW.

cmq complimenti vivissimi e un buon futuro a tutti!!! Noi rimaniamo legati al passato... che è meglio!!!

Anonimo ha detto...

Sinceramente sono senza parole, ne avrò già scritte tante inutili, forse avete ragione, ma visto che non sono un fake, bensì una persona, una persona a cui non interessa niente di tutto quello su cui discutete, una persona che stava cercando di farsi spazio nel mondo degli adulti, e che, purtroppo, ha capito che questo è il modo sbagliato, sentirmi chiamare "deficiente peter pan" mi ha fatto male, anzi no, non male perchè è un giudizio privo di fondamenta, mi è dispiaciuto più che altro. Pensavo così di poter dimostrare come qualche giovane vuole iniziare a capire, a ragionare da grande, ma non so se ci sono riuscita; di certo però ho capito che bisogna farlo con persone che sanno ascoltare e comprendere che non si può ragionare con una ragazza di 17 anni considerandola un vostro pari. I messaggi subliminali, l'analisi intricata del racconto, i doppi sensi, ve li siete creati. Era una sera di inverno, ho pensato all'estate passata, durante la quale avevo vissuto nel centro storico per cause di forza maggiore, e ho scrritto le mie impressioni, poi ho riflettuto sul significato; è stato inverso il procedimento, è stato così perchè non avevo uno scopo se non quello spiegato nell'introduzione. Ora potete pensare tutto quello che volete, pensare male, che mento, e accreditate la tesi del mio racconto. Potete pensare quello che volete, perchè se 2 o 3 persone qui mi hanno dato della stupida, altre come i miei genitori, i miei professori, i miei amici, e dei veri adulti, mi hanno spinta a combattere sempre per esprimere le mie opinioni, non per vincere, ma per esprimermi, cosa che molti a sant'angelo ormai non fanno più perchè lo considerano tempo perso.
E' un amaro ultimo commento, l'unico mio scopo era pubblicare il racconto per sensibilizzare un po' le persone, per far comprendere cosa vede una ragazzina, come si sente stretta nelle categorie e nelle etichette che appiccica la gente, accade dappertutto si, ma io parlo del mio paese, che non è nè il migliore nè il peggiore, ma che per molti aspetti a me non piace; ma il paese non è un organismo vivente, è la gente che fa il paese. Ora pote leggerlo il messaggio subliminale.
Concludo. Nessuno di voi ha idea di io chi sia, sennò non mi avrebbe mai dato nemmeno uno degli appellativi suddetti; non sono una che non vuole crescere, nè quantomeno una deficiente (non è presunzione questa, è avere coscienza di ciò che si è, nel bene e nel male), nè una fervente cattolica, nè una che si fa manipolare, nè una falsa, nè la portavoce di un gruppo.
Piacere mi chiamo valeria, sono una vostra concittadina, mi verrebbe quasi da dire..purtroppo.
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

rispondo con disprezzo a questo o questa MINIMA MORALIA precisando, innanzitutto, che qui si dialoga e che l'offesa è uno strumento tipico dei veri frustrati come risulta dal suo modo di scrivere e di pensare. qui nessuno finora si è permesso di sparare tanto a zero e mi sembra non se ne ravvisa neanche l'esigenza; ognuno difende (e cerca di migliorare) la sua opinione e la propria visione delle cose, anche se lo si fa spesso con un pizzico di ironia (e sfottò), ma sempre nel lecito.
visto, quindi, il suo velenoso argomentare e privo di fondamenta mi preme, aldilà di quanto espresso, di esprimere difesa e piena solidarietà sia a cardo mariano che a rorirock che agli altri, sperando sempre in un dialogo costruttivo ed attendibile.
Un gesto di vicinanza particolare a Valeria; ho capito chi sei e credo che farai strada perchè hai due genitori fantastici che sicuramente ti hanno insegnato a "pensare con la tua testa" e, soprattutto, cosa vuol dire la dignità e la serietà. Certo su alcune cose del racconto e della sua sottesa morale non condivido in pieno, ma il rispetto è massimo e condiviso.

Sarcasticus.

Anonimo ha detto...

Cara o caro Minima Moralia il tuo argomentare è di uno squallore disarmante e inconcepibile. Sei una persona che non è in grado di dialogare ma soprattutto di confrontarsi, faresti bene a pensare tu al tuo orticello che immagino pieno di rancore, spocchiosità ed arroganza. Sei l'unica nota stonata di questo blog.

Anonimo ha detto...

però a quello non lo si può difendere perchè si era andati a dire, nal frattempo, che i suoni davano fastidio e che era corretto sospendere un attimino, ma il volume è aumentato e pure l'incomprensione di chi non vuole stare ne da una e ne dall'altra, ma sperare in una nuova situazione di trenquillità. Non si accusa nessuno però certe cose possono creare rancori e se c'è poi chi li crea apposta per dividere e fa cose con atteggiamenti che non se ne fregano di nessuno nemmeno è giusto però, perchè poi l'agosto per farlo con le feste qualcuno si è pure impegnato anche se con poco, ma a santangelo non ci sono assai soldi sul comune. Dispiace che già le cose non vanno buone e che chi deve aiutare il paese ad essere tranquillo forse peggiora la situazione. Così sembra ma la verità non possiamo saperla tutta e se è questa, però si sono disturbati e non è giusto.
Così va la vita, ma vogliamo comunque bene perchè questo almeno ci può restare. La speranza almeno.
Peppino.

Anonimo ha detto...

Cara Rorirock non temere e non crucciarti oltre misura, il mondo degli adulti purtroppo a sant'angelo è fatto anche di questi fantocci.

Non è certo dai commenti di queste persone frustrate e irrealizzate che devi misurare la valenza del tuo pensiero e del tuo scrivere.

Voglio anche precisare una cosa: l'idiota psicopatico che usa come pseudonimo "Minima Moralia", con poca fantasia, adotta lo pseudonimo che io per lungo tempo ho adoperato scrivendo sull'altro blog cittadino "Nostrasantangelo", quando fu necessario dare una sonora lezione di stile a chi credeva di aver conquistato il monopolio della comunicazione virtuale in questo paese. Si vede che l'imbecille subì tante di quelle umiliazioni allora, che anora non riesce a dimenticarsi di me.

I miei scritti, volutamente tesi ad esasperare i toni, sono in parte ancora pubblicati sull'altro blog che ho lungamente sostenuto e del quale condivido la linea di pensiero.

Giammai personalmente avrei rivolto quei volgari e sterili apprezzamenti a chi, come te, esprime la propria libera opinione e ti dico, anzi, "brava .... comunque pensi e qulunque cosa dici.... brava..... sono e sarò sempre dalla tua parte".

Mi trovo attualmente molto impegnato in un progetto, ma presto sarò di nuovo qui per sostenere le ragioni dei liberi pensatori di questo ormai sterile paese, cercando di far prevalere l'evidenza dei fatti e il senso di giustizia su ogni prevaricazione da chiunque mossa verso chiunque, per puro amore civico e per rispetto della storia comune, che appartiene a tutti noi, a chi c'è ancora e a chi non c'è più.

Un abbraccio e un in bocca al lupo sincero.... da parte del "vecchio" ma sempre attento Minima Moralia.
Vi voglio in salute ;-)

Anonimo ha detto...

Come Peppone e don Camillo sindaco e parroco contro a Teora

Teora- Nel mare magnum delle ormai endemiche diatribe teoresi, la penultima polemica sbarca fra i bar e fra la gente del paese sotto forma di slogan che il sindaco Di Domenico pesca nientemeno che dal Piemonte dell’800 e dalla bassa Padania del ‘900, per rispondere a un’ osservazione del parroco don Pasquale Rosamilia. Prima di proseguire vediamo
come nasce questa storia. “Si avvicinava la festa di San Nicola-racconta don Pasquale-e volendo tracciare un profilo del grande santo, diventava doveroso sottolineare le sue caratteristiche; ricordare dunque che egli era capace di affrontare chiunque abusasse del suo potere per opprimere i più deboli, sia in campo religioso che in campo civile”.
E allora?
“E allora il ricordo della vita di San Nicola e in prossimità della festa che a Teora si celebra prima in considerazione degli emigrati che tornano in agosto ma a settembre non ci sono, era anche un invito a riflettere sulla vita del paese, troppo spesso lacerato da polemiche che hanno quasi sempre per oggetto, il potere e il suo esercizio”.
Fin qui pare normale, ma che è successo durante le tre giornate religiose?
“E’ accaduto-riprende don Pasquale- che discutendo con il “Comitato Feste” (dimissionario-ndr)c’è stata qualche fatica ad inserire la celebrazione di San Nicola, perché risultava oneroso avere luce elettrica per più di due giorni, cioè quelli dedicati all’Assunta e San Gerardo”.
Quindi?
“Allora ho alzato la voce, nel senso della seguente osservazione: ma come? si trovano soldi per tante cose, e poi si fanno economie per qualche ora di luce alla celebrazione di San Nicola (patrono ndr). E così ho ricordato ancora di aver chiesto in passato una qualche copertura, tipo pensilina, per evitare i disagi dei fedeli quando , durante le celebrazioni funebri, sono costretti ad aspettare il turno delle condoglianze (dare la mano ndr) a cielo aperto. Certo, durante l’inverno con neve e ghiaccio, si può fare in chiesa, ma in altre stagioni no. Infine l’amministrazione annuncia spesso di voler dare una mano per sistemare la facciata della chiesa, e invece niente. Come non ricordare che le passate amministrazioni si sono attivate e francamente si sono mosse diversamente?”.
E veniamo alle dichiarazioni del sindaco dal palco delle feste (chiusura del 15 agosto). Se l’aspettava la polemica?
“Sì , ma non in quel modo polemico. Perché il richiamo ai personaggi di Guareschi, non è pertinente così come non lo è la frase attribuita a Cavour”.
Lasciamo un momento don Pasquale e passiamo alla serata dello sbarco di Cavour e Guareschi a Teora.
Durante la serata, il sindaco prende il microfono e comincia la polemica...dicendo di non voler essere trascinato in una polemica alla “Peppone e don Camillo”, perché la sua amministrazione-dice-avrebbe dato 200mila euro alla “Cappella del cimitero” (che è comunale e non della Chiesa) e che poi -questo il senso- c’è il fatto che “libera Chiesa in libero Stato” e che quindi, ognuno si faccia i fatti suoi. Se il discorso ha strappato qualche applauso tra i suoi amministratori e qualcun altro, tutto il resto del pubblico è rimasto freddo se non ghiacciato.
Il primo a intervenire pubblicamente sulla vicenda è stato l’avvocato Gaetano Milano, anche segretario della sezione Democrazia Cristiana per le autonomie.
“L’incerta frase del conte Cavour-dice Milano- che sarebbe stata pronunciata la mattina del 6 giugno 1861 quando lo statista stava morendo assistito da un religioso, non è solo storicamente smentita dalla marchesa Alfieri, ma anche diversamente interpretata dal senso inesatto che gli anticlericali hanno voluto attribuire a “Libera Chiesa in libero Stato”. Se infatti la Chiesa è libera, non si capirebbe perché dovrebbe avere limiti. Siamo e sono perfettamente in sintonia con quanto dichiarato ieri a Rimini dal presidente della CEI Bagnasco, che rivendica “Il diritto della Chiesa ad occuparsi di politica”
“La Chiesa-continua l’avvocato Milano-vive i problemi della Società in prima persona e non li vive attraverso i sondaggi o le interpretazioni dei sindaci e dei politici. Di fronte ai disagi della gente, ai soprusi del potere, alle discriminazioni delle amministrazioni, la Chiesa ha il diritto dovere di far sentire la sua voce: e più alta e chiara e forte è, meglio è !”.
E conclude: “Teora è un paese di cattolici e il capo è il parroco e quindi don Pasquale oltre che il nostro vescovo e il vicario.
Sono e siamo solidali con don Pasquale, che ha pienamente ragione a segnalare dal pulpito i disagi e le lacerazioni che esistono realmente nella nostra Teora. La polemica del sindaco è gratuita, non coglie nel segno e ritarda ulteriormente quella che è diventata ormai una vera esigenza di tranquillità”.
Per quanto riguarda Guareschi e i suoi don Camillo e Peppone, che c’entrano? Nella testa del giornalista e scrittore della bassa Padania, Peppone è un eccellente amministratore, comunista ma ancor più cristiano e cattolico più d’ogni altro. I “dispetti” fra sindaco e prelato sono solo di colore (di casacca) ma nulla tolgono a bene di tutti, proprio tutti. Nel primo racconto di Guareschi “Don Camillo e il suo gregge”, intitolato-guarda caso-”Le lampade e la luce”, si legge:
“Don Camillo guardò in su verso il Cristo dell'altare maggiore e disse:
-Gesù, al mondo ci sono troppe cose che non funzionano.
-Non mi pare-rispose il Cristo- Al mondo ci sono soltanto gli uomini che non funzionano. Per il resto ogni cosa funziona perfettamente...(anche se non si vedono..)”.
Ancora don Camillo “Gesù, le idee sono dunque finite?”
E il Cristo: “Don Camillo, cosa intendi tu per idea?”
-”Idea, per me- rispose don Camillo-povero prete di campagna, è una lampada che si accende nella notte profonda dell’ignoranza umana e mette in luce un nuovo aspetto della grandezza del Creatore”.
Il Cristo sorrise e disse: “Con le tue lampade non sei lontano dal vero. Cento uomini erano chiusi in una immensa stanza buia e ognuno di essi aveva una lampada spenta. Uno accese la sua lampada ed ecco che gli uomini poterono guardarsi in viso e conoscersi e vedere la bellezza degli oggetti e delle cose...
“Intendimi-concluse il Cristo-cento erano le lampade. ma non erano cento le idee. L’idea era una sola: la luce delle cento lampade...”.
Polemiche a parte, vogliamo dire com’è finita la storia della “luce per il santo patrono di Teora”. Quel che sembrava non si potesse fare, l’ha poi fatto la proprietaria d’un piccolo negozio di abbigliamento dove nessuno degli amministratori va a comprare nulla (perché non li ha votati): si chiama Geppina ed è stata lei a consentire l’attacco per l’elettricità e dunque la luce per San Nicola...
Ps: questa è la storia della penultima polemica del sindaco. L’ultima ve la racconteremo nei prossimi giorni.

Anonimo ha detto...

VAI A KAKA'. Punto e Basta.

Anonimo ha detto...
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