lunedì 6 ottobre 2008

LA "PACIFICAZIONE" di Minima Moralia

Con un comunicato stampa S. E. Francesco Alfano, annunciava l'impegno immediato dell'intera Diocesi raccolta "… in preghiera continua, in una tenda allestita in località Pero Spaccone, in prossimità di una delle case vicine al presidio militare… " e continuava affermando "… lì dove i potenti alzano la voce ed i manganelli, noi proponiamo il silenzio che accoglie e al tempo stesso denuncia, il silenzio dove germoglia la Parola di Dio, per portare speranza ad ogni uomo…".

Sono parole bellissime, certamente forti come il momento delicato impone, esortanti ad opporre la preghiera ed il silenzio della riflessione cristiana, ai "manganelli" metaforicamente individuati nella prepotenza di uno stato che, chiudendosi al dialogo, finisce per trattarci come sudditi anziché come cittadini.

Ne è nata una pretestuosa polemica ad opera di taluni che vedendo nelle parole del Vescovo addirittura una istigazione alla violenza, hanno chiesto ed ottenuto chiarimenti in un comunicato pubblicato sul blog Nuovasantangelo (http://nuovasantangelodeilombardi.blogspot.com/) nel quale, ove mai ve ne fosse stato bisogno, si spiegava che "….in piena fedeltà con il dettato evangelico il cristiano a voce alta denuncia ogni azione che lede la dignità dell'essere umano (nel merito l'occupazione militare del territorio avvenuta notte tempo) rispondendo non con le stesse modalità, ma con il silenzio che si fa preghiera… ".

Non contenti i polemici opinionisti si sono lasciati andare a considerazioni incomprensibili, sempre orientate nel senso di evidenziare una sorta di istigazione alla reazione violenta da parte del Vescovo.

Tralascio ogni più approfondito commento in proposito perché mi appare evidente, anche se non ne comprendo le ragioni, la natura pretestuosa e strumentale della polemica ed affido alla riflessione individuale le conclusioni.

Voglio però fornire un ulteriore strumento di comprensione e di analisi che a mio parere è offerto da alcuni autorevoli interventi che hanno preceduto quello di S.E. il Vescovo, tutti orientati nel senso di contestare la "militarizzazione" dell'area del Formicoso e nei confronti dei quali solo apprezzamento e mai critica si è levata da parte degli stessi leali opinionisti che oggi, invece, contestano il Vescovo.

  • Dalla LETTERA APERTA A BERTOLASO di Franco Arminio : Dottor Bertolaso ... non siamo in Somalia. Non è possibile che per fare sette buchi bisogna impegnare esercito, poliziotti e carabinieri per sei mesi... sono quindici anni che subiamo questa minaccia .... quel filo spinato è piantato nella nostra pelle ed è una ferita insopportabile.

  • Da FORMICOSO IN SINTESI di Franco Arminio: "….. la notte del 29 settembre l'esercito invade il Formicoso e insedia col filo spinato una zona di interesse strategico nazionale. In altre parole viene circoscritto un pezzo enorme della bellissima altura per fare la più grande discarica della Campania…."

  • Dal COMUNICATO della Comunità Provvisoria: Salviamo il grano del Formicoso tutti insieme .... chiediamo la rimozione del filo spinato e lo stop alla militarizzazione.

  • Dal COMUNICATO del dott. Erminio D'Addesa ex Presidente del Consiglio Provinciale di Avellino
    "L'occupazione militare di Pero Spaccone
    è ormai cosa fatta anzi anticipata rispetto alla data stabilita del 2 ottobre. I militari stanno provvedendo alla recinzione dell'area e si ricava davvero una brutta impressione nel vedere il filo spinato che viene srotolato e posizionato lungo i terreni predestinati a essere trasformati in una megadiscarica di proporzioni veramente gigantesche…."

Mi scuso prima di tutto con gli autori dei comunicati e con Franco Arminio per aver riportato solo in parte il contenuto degli scritti estrapolandone i passaggi relativi alla "militarizzazione" del Formicoso (per la visione integrale del testo rimando comunque al sito della Comunità Provvisoria: http://comunitaprovvisoria.wordpress.com) e voglio anche apertamente dichiarare il mio pieno sostegno alle forze dell'ordine e ai militari inviati a presidiare l'area del Formicoso: fanno il loro lavoro e sono certo lo faranno bene nell'interesse della comunità intera.

Non posso esimermi dal chiedere, però, a coloro che contestano le parole del nostro Vescovo, tra cui il Sig. Imbriano, se non erro acuto estimatore di Arminio (in occasione della presentazione del libro 'Vento Forte tra Lacedonia e Candela' lo definì "… poeta-scrittore irpino, espressione sublime della identità culturale di questa terra, avvenuta in molti paesi dell'Irpinia, ha contribuito in maniera importante a risvegliare la 'coscienza civile' dei cittadini e ad animare sempre più la discussione sul futuro dei nostri paesi…") e sostenitore della Comunità Provvisoria, come mai solo adesso si risveglia in loro questo pacifismo oltranzista, nei riguardi proprio del Vescovo, che di fronte a questa indubbia e finora indiscussa "occupazione militare" dell'area interessata dagli scavi, ha invitato non già alla reazione violenta (che avrei anche io riprovato con sdegno) ma alla riflessione cristiana e alla preghiera.

Si cerchino pretesti migliori, se non più validi almeno più intelligenti e si abbia talvolta il pudore del silenzio ed il rispetto per l'opinione di chi, senza tornaconto alcuno, si schiera dalla parte della tolleranza e della benevolenza, contro la polemica pretestuosa e l'ipocrisia.

Con molta delusione ma con altrettanta speranza che, depurandosi dagli avvelenatori del recente passato, il mio paese possa ricominciare a vivere serenamente, con l'aiuto di Dio e di ogni persona seria ed onesta, vicina e lontana che sia.

Con orgoglio di appartenenza e lealtà ... Minima Moralia J

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiarissimo e penetrante. Sant'Angelo deve ripartire proprio da questo, dalla lealtà e dalla tolleranza. Bravo questo Minima Moralia che dovrebbe scegliere però al più presto di scrivere con il suo vero nome, crediamo che possa andarne fiero. Un plauso al dott. Imbriano che ha evidentemente acconsentito alla pubblicazione di questo articolo che pure lo riguarda dimostrando una serietà ed una buona fede indiscutibili. Un saluto al Vescovo che abbiamo conosciuto quest'anno e che ci è sembrato persona colta e sincera ed anche umile e disponibile, il che ne aumenta carisma e autorevolezza. Un saluto a Sant'Angelo e in particolare al nostro zietto rosecatore che certamente ci legge e non ci approva.
Giancarlo e Maria L.

Anonimo ha detto...

Gentile Minima Moralia,
ho letto i Suoi vari scritti, in modo particolare e con una certa attenzione questo che commento e quello di oggi, e non posso nascondere di avere percepito una sensazione a dire il vero un po’ “strana”. Il Suo esprimersi è senz’altro ricco di nobili parole, forse troppe, ed il linguaggio da Lei impiegato è davvero forbito. Ma, mi creda, personalmente più La leggo e più avverto un tono un po’ alto, quasi violento. Una “rabbia” urlata non per manifestare la paura di una eventuale “restaurazione” ma al contrario per tentare, sia pure in buona fede, di soffocare il nuovo spirito dell’autonomia che ormai io credo sia davvero vivo e presente nella Terra d’Irpinia, uno spirito che per parte mia sento forte e riflessivo. Capace di leggere tra ed oltre le righe e di distinguere ciò che è bene e ciò che è male, al di là delle nobili parole.
E’ uno spirito che a mio parere sta dando, in questi giorni, un forte segnale di coraggio ed intelligenza!!! Non va, infatti, a tacere lo sfogo e l’agonia di chi vorrebbe sopprimerlo. Tutt’altro! Da spazio ad ogni voce, anche ad ogni tentativo di indebolire chi ha creduto e crede nel risveglio dell’Irpinia. E così facendo il vento nuovo e caldo dell’autonomia si consolida sempre più e se non nel brevissimo, comunque nel breve periodo anche chi ora lo respinge, forse, guardandolo serenamente, poi lo seguirà.
Con sincerità ed in breve non riesco personalmente ad aderire al messaggio sotteso al Suo scritto. Forse mi sarà dato modo di capire che mi sto sbagliando, non lo escludo, ma allo stato questo è il mio autentico sentire e capire.
Con sincerità e, mi creda, con autentico bene per tutta la Terra d’Irpinia e per la sua gente, per i giovani “che ci credono” in particolare.
Stefania Pellegatta