martedì 18 novembre 2008
Bello il mio post, vero Elda?
23 Novembre 1980.
E’ proprio vero!Il terremoto è stato il mio compagno più fedele ed ostinato!Perché mai quasi tutti hanno superato (io penso ‘rimosso’) quel vissuto?E perché invece io, e sicuramente qualcun altro, tra i quali credo tu, Elda, lo continuo a sentire mio costante compagno di viaggio?Forse perché l’ho ‘superato’?L’ho a sufficienza ‘rielaborato’?O invece è il pathos che forse, come dice Michele, mi rende ‘saggio’ in questo contesto, rappresentando ‘il dominio del cuore sul cervello’, me lo fa costantemente rivivere, fornendomi il carburante necessario per questo lungo, bellissimo, sofferto viaggio?Vedi Elda che quasi tutti questo ‘piccolo evento’ di 28 anni fa della nostra terra d’Irpinia lo hanno già in qualche modo ‘sistemato’ nella storia?La discussione langue sull’argomento nella Comunità Provvisoria. Figurati fuori da essa!Anche Stefano, anche Teresa, sembra che siano già giunti a destinazione!O forse stanno ancora preparando il bagaglio?Rita invece, non capisco attraverso quale percorso, pare abbia ‘sistemato’, con lucidità ed approfondita analisi sociologica, quasi del tutto condivisibile, l’evento nella storia.Adelelmo legge nel mio scritto, vedendoci tanti ‘posti’ e sentendoci una ‘fermezza’ (mi aiuta questa sua intuizione visto che io sto facendo molta fatica a tenere i piedi ben saldi a terra).E gli altri? Quelli che non hanno ancora aderito alla tua proposta di andare insieme da Mephitis in un giorno di vento?Hanno veramente l’olfatto così delicato?Eppure io continuo a non sentirne i miasmi: il borbottio invece si; e continua a sembrarmi che voglia diventare parole. Però o non sono ancora sufficientemente comprensibili o sono io a non avere un adeguato udito.Ecco: stanotte è riemerso nella mia memoria un nitido ricordo!Era, credo il 24 o il 25 Novembre del 1980; i vigili del fuoco mi avevano calato, trattenendomi con delle corde, sotto le macerie di un palazzo crollato nella piazza di Sant’Angelo dei Lombardi.Il mio compito era di comunicare con una giovane ragazza sepolta sotto le macerie ed ancora viva, nell’attesa che fosse rimossa , con molta cautela, una trave , per poterla estrarre.Mentre ero lì sotto una scossa di terremoto, una di quelle di assestamento che seguirono il sisma delle 19,31 del 23 novembre; continuai a parlare con la ragazza stimolandola a resistere ed incoraggiandola: l’avremmo tirata fuori!In effetti fu estratta in vita, con delle lesioni traumatiche ad una gamba, di cui credo oggi porti ancora i postumi.Prima di estrarla i pompieri chiesero a me una sorta di ‘autorizzazione’ a sollevare la trave, dato che vi era il rischio che, rimuovendola crollasse tutto. Non vi erano alternative, almeno nei tempi utili a salvarle la vita!Ovviamente, insieme, decidemmo di agire.La ragazza fu salva!Prima di estrarla, però, i vigili del fuoco, credo provenissero da Bologna, senza, però incontrare grosse difficoltà, dovettero ‘rimuovere’ il cadavere di un uomo; aveva la mia età, si chiamava Mimì: era stato mio compagno di classe per cinque anni, alle elementari…………..Ecco: forse quella scossa di terremoto, mentre ero stato calato tra le macerie, ne aveva ’esorcizzato’ la paura….Forse ho capito perché il terremoto è diventato il mio più fedele ed ostinato compagno!
Antonio Imbriano
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