domenica 22 marzo 2009
Al 'Criscuoli' medici e infermieri nel reparto fantasma.
da 'Il Mattino' del 21.03.09
AMEDEO PICARIELLO Da oltre venti giorni sono a spasso tra corsie deserte, stanze silenziose e letti vuoti. Fissano le pareti, di tanto in tanto controllano qualche vecchia cartella clinica, tutt'al più rispondono al telefono. Di partorienti, bimbi da cambiare e allattare, di donne operate, neanche l'ombra. È il caso singolare delle 23 persone in servizio nel reparto fantasma, il reparto che sulla carta non c'è più, che è stato cancellato dal 23 febbraio scorso, ma che di fatto continua ad esistere se non altro per i medici e il personale sanitario che tuttora vi lavora dentro, meglio ancora, vi staziona visto e considerato che i ricoveri sono stati interrotti dagli inizi di marzo. Accade al Criscuoli di S. Angelo dei Lombardi. Cinque ginecologi più il primario, sette infermieri, sei vigilatrici d'infanzia, quattro ostetriche regolarmente in servizio e regolarmente retribuite che girano a turno nel reparto di Ostetricia e ginecologia. Il programma di dismissione dell'Asl Av1 aveva previsto il loro trasferimento all'ospedale di Ariano Irpino il 9 marzo. Ma da Sant’Angelo dei Lombardi, loro non si sono mai mossi perché al Criscuoli non è ancora giunto l'ordine di servizio che di fatto li sposta nel nosocomio del Tricolle. Ma nel frattempo manco più l'urgenza possono garantire perché pure quella è stata sospesa. Unico episodio, quello della scorsa settimana con una donna di Rocca S. Felice che per forza dovette partorire a Sant'Angelo dei Lombardi perché non c'era più tempo per trasferirla altrove. «Qual è il nostro stato d'animo? Ci sentiamo come sbandati - dice il primario Eugenio Saponiero - ciononostante io, i miei colleghi e il personale tutto, manteniamo quello spirito di servizio e di abnegazione che abbiamo sempre profuso nelle attività svolte nel reparto. Adesso, siamo qui a guardare le pareti, ma attendiamo con fiducia l'evolversi della situazione». E intanto mentre i medici non sanno come ingannare il tempo, rimangono in un limbo le prenotazione effettuate due mesi fa: cinque interventi chirurgici (in due casi si tratta di tumori all'utero) e quattro parti quasi imminenti, di cui uno addirittura gemellare. «Una soluzione c'è - conclude Saponiero - fare di S. Angelo un reparto-succursale di Ariano anche perché senza i nostri parti, il Tricolle non riuscirà mai a raggiungere quota 500 e quindi l'ano prossimo rischierà la chiusura».
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