mercoledì 16 luglio 2008

Passeggiata fantastica


Piazza in ricostruzione, locali chiusi, vacanze al mare: il paesello resta solo! Luci d’incanto allontanano l’oscurità e aprono la vista al solitario e non meno silenzioso centro storico. Con la loro vivace lucentezza scoprono tutte le sue fattezze, catturano ogni particolare penetrando anche nei vicoletti più inaccessibili, sotto il dominio dell’imperante facciata della cattedrale, regina del panorama. Tagliato fuori dal quadretto magico è il castello d’età medievale, testimonianza dell’origine longobarda, non illuminato abbastanza, privo di una vera identità, senza dubbio simbolo principe dell’Irpinia, visto i numerosi suoi simili che ospita. Le sue tenebre si riversano in tutta la zona sottocircostante, coprendo il freddo gemito del ricordo marmoreo dei caduti terremotati e la misteriosa atmosfera che aleggia tra i ruderi del convento di S. Maria, orfano della sua stessa sorte. Immagini di contrasto, gioco di luci ed ombre di una realtà incerta del proprio valore, in bilico tra splendore e rovina, profondità e piattezza, mentre il paesaggio che si staglia ai suoi occhi, data la sua posizione, stimola a guardare al di là della montagna, nella ricerca di un desiderio, nella scoperta di qualcosa che non si ha. Seduto su uno dei muretti che costeggiano la famosissima “Dietro le mura” la mia vista è proiettata nel mare dei sogni,le mie ali pronte ad affrontare un volo sciolto e leggiadro. La mente si apre ad ogni tipo d’immaginazione, anche a quella più impossibile…. Ho realizzato! La mia non è una pura fantasia, ma solo emozione intensa nel passeggiare nel mio paese. E partendo da San Rocco, percorro il sentiero di quercie; lo steccato accompagna la stradina di sassolini, funghi e fragoline di bosco ai piedi degli alberi, passerotti sui rami. Al di là del viottolo, il convento ricostruito, ospitato da boccioli di tulipani e rose di tutti i colori e fili d’erba curati. La passeggiata continua… Salite le scale, la statua del Gesù è pronta ad accogliermi tra le sue braccia, fino al momento in cui la leggera brezza di piazza Polmonite rabbrividisce la mia pelle. Attraverso poi il lungo mare, divenuto zona pedonale, ideale per ogni amore che cerca quiete: lanterne antiche, alberelli rigogliosi al lato della strada, le ville dei grandi nomi santangiolesi aperte al pubblico che fiancheggiano curia e cattedrale; in una di queste un’osteria ravviva il clima di tranquillità. Sul suo terrazzo si sorseggia dell’ottimo vino locale sotto i magnfici gazebo; in bassofondo musica live blues e in fondo parapetto di edere da cui poter ammirare l’orizzonte irpino. Quest’estate sarò sempre là a girovagare, a contemplare, a immaginare ciò che potrebbe concretizzarsi in questo meraviglioso scenario-

Roberto ROMANO

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma E' una descrizione onirica? dove sono le ville dei "grandi" nomi santangiolesi che sono state aperte al pubblico?REstiamo per favore con i piedi per terra Viva santangelo, piccolo paese della nostra bella Italia!

Anonimo ha detto...

Andrej, io credo proprio che hai azzeccato; è un sogno (c'è anche il mare) di un giovane (anzi giovanissimo) santangiolese che almeno ancora 'fantastica', come dice nel titolo; prova a rileggere il post; io lo trovo molto 'triste', forse perchè lui sa che la realtà è tutt'altro.

Anonimo ha detto...

Andrej, ma non hai capito che quello che è scritto è quello che tutti noi vorremmo? - ma che non c'è! -...
Ci vorrebbero molti più ragazzi come Roberto e anche qualche persona adulta a pensarla come lui...
Bravo Roberto!!!

Anonimo ha detto...

A chiattezza bella si robba bbona