Il piano Montemarano non ha convinto i tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare, guidati da Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, che con il Consiglio dei ministri hanno avviato la procedura di diffida per la sanità campana. La Regione dovrà approvare in consiglio regionale il suo piano di rientro dal deficit entro il 30 novembre, altrimenti scatterà il commissariamento. E’questo l’esito del tavolo di confronto che si è tenuto ieri a Roma tra i componenti dell’assessorato alla Sanità e il Governo. La strategia dell’assessore alla Sanità prevede un risparmio di 214 milioni e 230 mila euro nel biennio 2008/2009, ma secondo il Governo i tagli non bastano. Entro la fine dell'anno il debito della sanità campana rischia di raggiungere una cifra pari a 300 mila euro in quanto nell’ultimo trimestre i manager di Asl e delle aziende ospedaliere concentrano la maggior parte delle spese. Proprio per monitorare i conti del trimestre appena concluso e di quello a venire, Montemarano ha richiesto ai direttori generali di dare conto della loro amministrazione in termini economici. Qualora la loro gestione risultasse sperperatrice si provvederà alla sostituzione dei manager. Per far quadrare i conti, il piano di rientro dal defici ha previsto misure rigidissime. Pur mantenendo la classificazione degli ospedali in primo, secondo e terzo livello, sette presidi usciranno dalla rete d’emergenza, tra questi anche il Criscuoli di San’Angelo dei Lombardi. I tagli si concentreranno sui reparti improduttivi e la riconversione di circa 900 posti letto, tutti i reparti di maternità con meno di 400 parti all’anno saranno chiusi. I tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare si sono focalizzati su due punti in particolare: il primo interessa i tetti di spesa, la Regione deve fissare costi fissi e non modificabili; il secondo è inerente alle previsioni sul mantenimento in servizio dei lavoratori precari. Solo così secondo il Governo il piano di rientro del deficit potrà coprire l’intero disavanzo. L’assessore alla Sanità si è mostrato fiducioso. “La sfida dei prossimi mesi - ha sottolineato - sarà dare piena attuazione alle decisioni già assunte per ridurre il disavanzo. Mi riferisco in particolare all'approvazione definitiva del piano di razionalizzazione della rete ospedaliera da parte del consiglio regionale. Misura che ci consentirà di abbattere definitivamente e in modo strutturale i costi, oltre all'intensificazione del monitoraggio dei conti delle aziende sanitarie e ospedaliere. Si tratta di un percorso non facile, ma sappiamo anche che è un percorso obbligato per riqualificare la sanità campana”. Polemico il parlamentare del Pdl Marcello Tagliatatela che ha denunciato la gestione Montemarano imputandogli artifizi finanziari. Tagliatatela ha avvisato che porterà il caso della sanità camapana in Procura chiedendo l’approfondimento della situazione contabile delle aziende sanitarie. Il parlamentare del Pdl sostiene che per speculare si è dato fondo alle scorte di medicinali negli ospedali in modo da aumentare i costi per la specialistica ambulatoriale. Intanto inizia la corsa contro il tempo, meno 49 giorni e se il piano di rientro dal deficit non sarà approvato scatterà il commissariamento.
domenica 12 ottobre 2008
da 'Irpinianews' 12.10,08
Sanità - Rischio commissariamento in Campania
Il piano Montemarano non ha convinto i tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare, guidati da Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, che con il Consiglio dei ministri hanno avviato la procedura di diffida per la sanità campana. La Regione dovrà approvare in consiglio regionale il suo piano di rientro dal deficit entro il 30 novembre, altrimenti scatterà il commissariamento. E’questo l’esito del tavolo di confronto che si è tenuto ieri a Roma tra i componenti dell’assessorato alla Sanità e il Governo. La strategia dell’assessore alla Sanità prevede un risparmio di 214 milioni e 230 mila euro nel biennio 2008/2009, ma secondo il Governo i tagli non bastano. Entro la fine dell'anno il debito della sanità campana rischia di raggiungere una cifra pari a 300 mila euro in quanto nell’ultimo trimestre i manager di Asl e delle aziende ospedaliere concentrano la maggior parte delle spese. Proprio per monitorare i conti del trimestre appena concluso e di quello a venire, Montemarano ha richiesto ai direttori generali di dare conto della loro amministrazione in termini economici. Qualora la loro gestione risultasse sperperatrice si provvederà alla sostituzione dei manager. Per far quadrare i conti, il piano di rientro dal defici ha previsto misure rigidissime. Pur mantenendo la classificazione degli ospedali in primo, secondo e terzo livello, sette presidi usciranno dalla rete d’emergenza, tra questi anche il Criscuoli di San’Angelo dei Lombardi. I tagli si concentreranno sui reparti improduttivi e la riconversione di circa 900 posti letto, tutti i reparti di maternità con meno di 400 parti all’anno saranno chiusi. I tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare si sono focalizzati su due punti in particolare: il primo interessa i tetti di spesa, la Regione deve fissare costi fissi e non modificabili; il secondo è inerente alle previsioni sul mantenimento in servizio dei lavoratori precari. Solo così secondo il Governo il piano di rientro del deficit potrà coprire l’intero disavanzo. L’assessore alla Sanità si è mostrato fiducioso. “La sfida dei prossimi mesi - ha sottolineato - sarà dare piena attuazione alle decisioni già assunte per ridurre il disavanzo. Mi riferisco in particolare all'approvazione definitiva del piano di razionalizzazione della rete ospedaliera da parte del consiglio regionale. Misura che ci consentirà di abbattere definitivamente e in modo strutturale i costi, oltre all'intensificazione del monitoraggio dei conti delle aziende sanitarie e ospedaliere. Si tratta di un percorso non facile, ma sappiamo anche che è un percorso obbligato per riqualificare la sanità campana”. Polemico il parlamentare del Pdl Marcello Tagliatatela che ha denunciato la gestione Montemarano imputandogli artifizi finanziari. Tagliatatela ha avvisato che porterà il caso della sanità camapana in Procura chiedendo l’approfondimento della situazione contabile delle aziende sanitarie. Il parlamentare del Pdl sostiene che per speculare si è dato fondo alle scorte di medicinali negli ospedali in modo da aumentare i costi per la specialistica ambulatoriale. Intanto inizia la corsa contro il tempo, meno 49 giorni e se il piano di rientro dal deficit non sarà approvato scatterà il commissariamento.
Il piano Montemarano non ha convinto i tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare, guidati da Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, che con il Consiglio dei ministri hanno avviato la procedura di diffida per la sanità campana. La Regione dovrà approvare in consiglio regionale il suo piano di rientro dal deficit entro il 30 novembre, altrimenti scatterà il commissariamento. E’questo l’esito del tavolo di confronto che si è tenuto ieri a Roma tra i componenti dell’assessorato alla Sanità e il Governo. La strategia dell’assessore alla Sanità prevede un risparmio di 214 milioni e 230 mila euro nel biennio 2008/2009, ma secondo il Governo i tagli non bastano. Entro la fine dell'anno il debito della sanità campana rischia di raggiungere una cifra pari a 300 mila euro in quanto nell’ultimo trimestre i manager di Asl e delle aziende ospedaliere concentrano la maggior parte delle spese. Proprio per monitorare i conti del trimestre appena concluso e di quello a venire, Montemarano ha richiesto ai direttori generali di dare conto della loro amministrazione in termini economici. Qualora la loro gestione risultasse sperperatrice si provvederà alla sostituzione dei manager. Per far quadrare i conti, il piano di rientro dal defici ha previsto misure rigidissime. Pur mantenendo la classificazione degli ospedali in primo, secondo e terzo livello, sette presidi usciranno dalla rete d’emergenza, tra questi anche il Criscuoli di San’Angelo dei Lombardi. I tagli si concentreranno sui reparti improduttivi e la riconversione di circa 900 posti letto, tutti i reparti di maternità con meno di 400 parti all’anno saranno chiusi. I tecnici dei ministeri dell’Economia e del Welfare si sono focalizzati su due punti in particolare: il primo interessa i tetti di spesa, la Regione deve fissare costi fissi e non modificabili; il secondo è inerente alle previsioni sul mantenimento in servizio dei lavoratori precari. Solo così secondo il Governo il piano di rientro del deficit potrà coprire l’intero disavanzo. L’assessore alla Sanità si è mostrato fiducioso. “La sfida dei prossimi mesi - ha sottolineato - sarà dare piena attuazione alle decisioni già assunte per ridurre il disavanzo. Mi riferisco in particolare all'approvazione definitiva del piano di razionalizzazione della rete ospedaliera da parte del consiglio regionale. Misura che ci consentirà di abbattere definitivamente e in modo strutturale i costi, oltre all'intensificazione del monitoraggio dei conti delle aziende sanitarie e ospedaliere. Si tratta di un percorso non facile, ma sappiamo anche che è un percorso obbligato per riqualificare la sanità campana”. Polemico il parlamentare del Pdl Marcello Tagliatatela che ha denunciato la gestione Montemarano imputandogli artifizi finanziari. Tagliatatela ha avvisato che porterà il caso della sanità camapana in Procura chiedendo l’approfondimento della situazione contabile delle aziende sanitarie. Il parlamentare del Pdl sostiene che per speculare si è dato fondo alle scorte di medicinali negli ospedali in modo da aumentare i costi per la specialistica ambulatoriale. Intanto inizia la corsa contro il tempo, meno 49 giorni e se il piano di rientro dal deficit non sarà approvato scatterà il commissariamento.
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