martedì 13 gennaio 2009

Piano di zona sociale Altirpinia segnali di tensione a S.Angelo

da 'Il Corriere dell'Irpinia'
S.ANGELO DEI LOMBARDI – “La domanda illegittima”. Questo e’ il titolo che ha scelto l’assessore alle politiche sociali del comune di S.Angelo Vincenzo Formato, alla sua maggioranza e alla comunita’ in relazione alle ultime vicende politiche locali e in relazione alla designazione del componente comunale ( il capogruppo Vincenzo Lucido) in seno al piano sociale di zona di Lioni. “Alla luce degli ultimi avvenimenti verificatesi all’interno della nostra Amministrazione che hanno provocato la revoca della mia delega presso il Piano Sociale di Zona s’impone un atto di riflessione. Il voto espresso dall’ultima tornata elettorale è stato fin troppo chiaro per essere ulteriormente commentato. A distanza di pochi mesi – spiega Formato - ci si trova coartati all’interno delle stesse dinamiche di scambio che nel passato hanno significato per S.Angelo il vero cancro contro il quale il popolo si è democraticamente pronunciato. Posto che nessuno può mettere in discussione l’operato di un altro componente di questa amministrazione senza ragion veduta, mi chiedo e vi chiedo se questo sia stato possibile solo per me. Senza entrare nel merito della questione che rimane personale , c’è da chiedersi se le scelte politiche nell’ambito di un gruppo non vadano condivise prima di essere fatte, altrimenti può capitare di alzarti una bella mattina di Gennaio e ritrovarti al fianco delle persone che prima pensavi fossero di fronte. Qualcuno avrebbe giustificato dicendo che il pensiero politico “evolve” e che per grazia ricevuta può permettersi di mostrare poca empatia nei confronti dei pensieri altrui. Qualcuno, nella sua dimensione politica avrebbe detto che non può essere reo perché il diritto lo esercita non l’osserva. Qualcuno , costantemente assorbito da fantasie di successo illimitato, potere e fascino, avrebbe riferito di potere raggiungere quei premi che gli altri possono ottenere solitamente con il lavoro continuo. Le scelte,- continua l’esponente dell’esecutivo - per essere riconosciute vanno conosciute e soprattutto vanno individuate nel segno di una volontà popolare sempre sovrana. Mi chiedo allora se siamo o meno di fronte ad una forma di paranoia politica cioè ad un ordine di cose che pretende di sapere ciò che è giusto, con una certezza prestata alla forza coercitiva o se siamo di fronte a qualcosa di ancora più misero chiamato scambio. Il volto totalitario della politica proietta nello specchio l’altra immagine del sé: si tratta della fede nell’assoluta autonomia del soggetto, che a sua volta nega la valenza del pensiero diverso. L’impossibilità di rispondere sul perché un uomo è più rappresentativo di un altro, propria della mente liberale, si fonda sulla illegittimità della domanda in quanto ad essa non è dato rispondere. Al centro degli ultimi episodi (e della loro sostituzione con la grammatica dei meriti e delle competenze) starebbe quindi l’inammissibilità della domanda sulla dignità. Alla impossibilità di concedere risposte, segue, come per automatismo, una sostituzione totale del politico con il sociale in modo che il drago diventi agnello. Crederei piuttosto nella possibilità di concepire la politica in maniera radicalmente diversa cioè in forme di correttezze avulse da quelle essenziali all’ordine politico basato sulla sovranità. Ci sarebbe una scelta che si basa sull’adesione, sulla convinzione e non sulla coercizione. Un fenomeno della convinzione spontanea: quella per cui qualcuno obbedisce perché convinto della proposta fatta. Si tratta però sia di una convinzione basata sull’argomentazione razionale sia di una convinzione che si radica nella contingenza di una decisione. “Sì, mi hai convinto, aderisco alla tua proposta, ti seguo”, potrebbe essere il tono spontaneo, basato sulla convinzione. Se l’alternativa contrappone la comunicazione di un’opinione all’azione strategica basata sulla coercizione o sull’inganno, il tertium a cui alludo è semplicemente una forma provvisoria, contingente e pur tuttavia ‘convinta’, di adesione ad una idea, ad un progetto, ad una linea politica che, peraltro,fino ad ora non si è vista. La convinzione spontanea ha a che fare con la contingente e libera accettazione di una idea . Solo in questo modo – conclude l’assessore comunale - ci si può salvare dalle derive totalizzanti (e totalitarie) del sociale. L’adesione a quella certa idea o proposta viene chiamata ‘convinzione’, in virtù della sua natura pubblica e condivisa, diversamente dall’opinione, che è una forma privata di convinzione. Ad oggi credo di sapere solo ciò che non sono e, in ogni caso, mi pare di cercare possibili percorsi alternativi a quelli attuali, una dimensione relazionale, plurale, sociale non ossessionata solo dalla costruzione o dalla demolizione di un ordine. Una formula colloquiale: vogliamo deciderlo insieme”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

caro assessore dottore Formato, parla più chiaro. così posso capire pure io che sono un poco ignorante... ma che ho votato pure io

Anonimo ha detto...

Vincenzo Formato ha parlato fin troppo chiaro solo che le conclusioni umanamente sono difficili da dedurre perchè discendono da un processo che non ha nulla di logico nè di prevedibile.

Dimettersi e tradire il mandato attribuitogli da così tanti elettori o continuare e condividere questa gestione amministrativa scellerata e perdente?

Non deve essere una scelta facile e lo comprendo bene, per questo qualunque cosa tu scelga, caro Vincenzo, ti auguro con sincerità in bocca al lupo e ti stimolo ad una riflessione: quando si cade vittima di certi tranelli si perde fiducia in una parte di coloro che si reputavano amici ma si guadagna la simpatia e la stima di chi per una errata valutazione ti aveva riguardato con diffidenza e sospetto.

Il tuo grande peccato, come molti tra noi, è aver ritenuto che si potesse contribuire ad un cambiamento, ma se non si cambiano le coscienze e certe persone sarà difficile che ciò possa accadere.

Salutami il "tuo capitano", eroico in questa occasione come non mai.

Con affetto ed amicizia, sempre ... Minima Moralia :-(

Anonimo ha detto...

ma chi lo ha scritto questo articolo??
faccio i miei complimenti a questo giornalista dalle straordinarie doti oratorie.
E tu........minima moralia......blogger......sei sempre di parte in ogni tuo commento!Ci vuole discrezione se vuoi pubblicare un commento con un altro nome.Pensa potrei elencarti tutti i tuoi commenti"anonimi".Sei il mio idolo..........

Anonimo ha detto...

TRA IL CARDINALE E IL LAICO
Dovendo scegliere tra “Il Cardinale” e “Il Laico”, mi schiero sempre e comunque dalla parte del laico. Il primo è l’emblema della vecchia classe politica, abituata alle logiche di lottizzazione delle poltrone; mentre il secondo rappresenta la società civile che cerca di dare il proprio contribuito per il bene del paese, fuori dalle vecchie logiche di potere, al pari del Sindaco, eletto non solo perché ritenuta persona capace e onesta, qualità che non difettavano all’altro candidato sindaco, ma perché fuori dagli schemi della vecchia politica. Aggiungo che la lista di Michele Forte ha vinto, NONOSTANTE la presenza come capolista del “Cardinale”.
Ciò detto, letto il comunicato dell’Assessore, mi limito ad osservare quanto segue.
La “domanda illegittima” formulata dall’Assessore è: “Perché ritieni di essere più rappresentativo di me”.
L’Assessore ritiene che non ci sia stata una risposta razionale: “Perché la mia proposta è migliore della Tua”, ma sia stata frutto di una coercizione o - peggio - dell’inganno, perché la scelta di schierarsi con l’asse PDL-Demitiani, non è stata frutto di una decisione democratica del gruppo consiliare di maggioranza (essenza della democrazia), ma scelta strategica adottata in piena autonomia del Cardinale-Capogruppo.
Mi risulta, tuttavia, che prima della riunione per l’elezione del nuovo presidente del Consorzio Piani di Zona Sociali Altirpinia, il Capogruppo abbia convocato il gruppo di maggioranza ed esposto le proprie scelte politiche: alleanza con lo schieramento PDL-Demitiani che prevedeva anche la sua elezione come presidente del Consorzio (condizione, ad oggi, non verificatasi).
Sulla base di tale “accordo programmatico” il Capogruppo avrebbe ottenuto la maggioranza del voto dei consiglieri e quindi la delega dal Sindaco per rappresentare il Comune di Sant’Angelo nel Consorzio Piani di Zona Sociali Altirpinia.
Scelta, dunque, condivisa dalla maggioranza del gruppo consiliare che ha comportato la revoca della delega in precedenza assegnata all’Assessore competente, che, a questo punto, ha due alternative: dimettersi da assessore, non ritenendo accettabile trovarsi di fianco persone che fino a ieri si trovavano di fronte; restare in giunta ritenendo di poter ancora operare per il bene del paese.
Tertium non datur.
Argonauta

Anonimo ha detto...

Il dato sconcertante di tutto questo è, appunto, l'essere passati dalla "padella" alla "brace".

Una brace che sotto la sua stessa cenere nasconde altra brace.

E il popolo, intanto, vanamente "arde" dal bisogno impellente di una lontana e ricercata novità della "buona amministrazione";
prima di tutto!

La fine retorica ed ambivalente oratoria espressa dal noto assessore Formato non lascia, però, cadere assordante un appello da lui stesso esplicitamente espresso tra le tante tautologiche righe formulate: "Se l’alternativa contrappone la comunicazione di un’opinione all’azione strategica basata sulla coercizione o sull’inganno, il tertium a cui alludo è semplicemente una forma provvisoria, contingente e pur tuttavia ‘convinta’, di adesione ad una idea, ad un progetto, ad una linea politica che, peraltro,fino ad ora non si è vista."

Una lettura che non lascia, difatti, molti dubbi sulla natura delle cose attuali, anche a chi non mastica il politichese o la dialettica tentata nell'articolo.

Si è piombati, quindi, in quel baratro intravisto più volte e più volte fantasiosamente scongiurato, ma concretamente mai allontanato. Baratro politco e amministrativo e con esso immancabilmente sociale.

Il "je accuse" dell'assessore, comprensibile e condivisibile o meno, dunque, fa apparire chiara la "non novità" scaturente dalla "pseudo rivoluzione d'aprile". Non si cambia "strada" solo cambiando "l'autista", ma vi è bisogno di altre "rotte" e di plausibili "mete", condite da integrità morali ed intelligenze politiche, oltre alle necessarie e imprescindibili competenze amminisrative e tecniche.
Che pur non mancano!

Questo però, sia chiaro e a chiare lettere, non vuol dire che l'alternativa elettorale, ovvero le altre liste, lasciavano sperare in meglio.
Anzi!

E proprio per questo che oggi oltre allo stupore di ciò che non stupisce più, neanche ai più idealisti ed ottimisti, si è passati al puro ed incontrovertibile sconforto.
Non si è capaci di reagire a se stessi; figuriamoci!

Bè non voletene male, ma qualcuno quest'estate pur non avendo nessuna "palla di vetro", sussurrava più volte la parola "Autonomia" intrisa da quell'idea di una "politica dal basso". Ciò non a significare la dequalificazione della stessa "arrabbattata" politica attuale, ma l'idea espressa dallo stesso stimabile assessore ivi potagonista: "Ci sarebbe una scelta che si basa sull’adesione, sulla convinzione e non sulla coercizione. Un fenomeno della convinzione spontanea: quella per cui qualcuno obbedisce perché convinto della proposta fatta. Si tratta però sia di una convinzione basata sull’argomentazione razionale sia di una convinzione che si radica nella contingenza di una decisione. “Sì, mi hai convinto, aderisco alla tua proposta, ti seguo”, potrebbe essere il tono spontaneo, basato sulla convinzione."

O se volete ancor meglio del concetto che va a sintetizzare quanto sopra riportato nelle dichiarazioni del Dott. Formato, ovvero quello dell'"Autodeterminazione"; una politica non più verticale e verticistica, ma ultramoderna e riformista basata sulla condivisione non solo del "potere", ma soprattutto del "concepimento", delle "idee", delle "proposte", ovvero della "sua stessa genesi"!

Non pensiate, stupidamente, che sia pubblicità all'opera del Dott. Imbriano o piena condivisione al suo modo con questo Blog espresso, ma semplice riconoscimento ad un'opera strutturalmente e filosoficamente meritoria e, soprattutto, necessaria.
Al di là da chi la propone o la porte avanti!

Tornando dunque alla "riflessione pubblica" dell'assessore che qualcuno, con meschino tentativo di bieca speculazione, contrappone al cosiddetto "Cardinale", non ci si può sottrarre, però, neanche dall'analisi prettamente partitica; ovvero chiedersi quali equilibri si sarebbero verificati con la delega all'uno (silurato) piuttosto che all'altro (incoronato).

Certo è difficile essere convinti, ma pronosticare differenze strategiche e di posizioni all'interno dello scacchiere sembra cosa più facile.
Sant'Angelo, forse, dall'area del Pdl-Popolari si sarebbe trovata appartenente all'altra, ovvero del PD.

Allora dietro ci poterbbe essere stata una scelta non dettata dalla personalità - uno rispetto all'altro - , ma concernente più ad una visione e collocazione generale dell'amministrazione deputata.

Allora ci si chiede: ma come?
Se è così, come mai il vicesindaco all'indomani di questo episodio ha aderito al Pd?

Torniamo, allora, al punto di partenza espresso dall'assessore e così sintetizzabile:
- alla vigilia elettorale era più evidente una strategia formulata sulla demolizione di un "potere" (giustamente arrivato al limite e culmine e, sinceramente, in ritardo!), che sulla costruzione di un "nuovo modello", fatto dietro una "proposta", figlia di una concreta e fruibile "condivisione".

Volendo fare giusta metafora politica, questa situazione è come lo stesso male che attanaglia il centrosinistra di questi ultimi anni, ovvero uniti solo nel bieco "antiberlusconismo", invece che in idee e progetti validi per governare un Paese che, in questo caso, è l'Italia.

Allora, a Sant'Angelo, da dove ripartire?

Forse da dove conclude lo stesso assessore: "Ad oggi credo di sapere solo ciò che non sono e, in ogni caso, mi pare di cercare possibili percorsi alternativi a quelli attuali, una dimensione relazionale, plurale, sociale non ossessionata solo dalla costruzione o dalla demolizione di un ordine. Una formula colloquiale: vogliamo deciderlo insieme”."

Non è detto, infatti, che non sia possibile; arduo sì!

Vi saluto.

DiEmme.